Nepal: emergenza terremoto
Il Gruppo India si mobilita…
con i gesuiti accanto ai fratelli del Nepal
Il bilancio del devastante terremoto che ha colpito il Nepal si aggrava di giorno in giorno. I bisogni sono incalcolabili. Centinaia di migliaia di persone hanno urgente necessità di cibo, acqua, tende, stuoie, cure mediche… I bisogni saranno ancora più grandi quando, superata la drammatica fase dell’emergenza, occorrerà aiutare questi fratelli a rialzarsi.
I Gesuiti del Nepal si sono subito mossi in questa linea, ma lanciano a tutti un pressante appello ad essere con loro in qualunque modo possibile… ad aiutarli ad aiutare.
Il Gruppo India che già tante volte, in passato, li ha sostenuti nei loro progetti missionari, vuole esserci anche in questa drammatica circostanza. Grazie a chi vorrà esserci insieme a noi!
Il contributo di TUTTI è fondamentale!
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Vi riportiamo di seguito l’appello del p. Bonifacio Tigga sj lanciato subito dopo l’immane tragedia…
Lunedì, 27 Aprile 2015 – Kathmandu, Nepal
TERREMOTO IN NEPAL
I gesuiti del Nepal hanno risposto rapidamente a questa terribile tragedia. Il Collegio di S. Saverio ha raggiunto due villaggi lontani nel distretto di Dhading per fornire agli abitanti del villaggio tende e cibo, come pure è in corso la distribuzione di aiuti nel distretto di Kavre.
Molte strade sono bloccate e quindi è difficile raggiungere via terra molti luoghi. Speriamo di raggiungere altri villaggi dove i soccorritori non sono ancora arrivati, per questo contiamo sul vostro aiuto e sulle vostre preghiere.
I media hanno trasmesso immagini drammatiche della distruzione dei templi della valle di Kathmandu e dei monumenti religiosi. Alcuni siti storici sono stati ridotti a cumuli di macerie, insieme a molte case tradizionali fatte di mattoni e piastrelle di ceramica. Un grande quartiere vicino allo stupa di Swayambhunath è stato spazzato via e il ponte che lo collegava al centro della città è crollato.
Sono significativi anche i danni alle strutture in cemento armato di più recente costruzione, anche se meno evidenti. Di conseguenza, molte persone sono terrorizzate all’idea di dormire nelle loro case e hanno eretto delle tende e improvvisato rifugi in aree aperte. Per tutta la notte si può vedere la gente camminare per le strade o rannicchiata sotto le coperte sul ciglio della strada, per mancanza di un riparo. La pioggia fuori stagione ha fatto calare le temperature notturne aggiungendo disagio alla miseria degli sfollati.
I media hanno dato molto risalto alle valanghe al campo base dell’Everest, perché gli stranieri, ben attrezzati, sono stati in grado di inviare notizie attraverso i social media, ma sono i poveri delle zone rurali intorno all’epicentro che soffrono più profondamente. La distruzione delle case nei villaggi periferici è stata più catastrofica di quella che si vede nei luoghi che compaiono nelle notizie.
Le scuole sono state chiuse per cinque giorni, mentre la maggior parte dei negozi, imprese e uffici non hanno riaperto. Non è chiaro come sia stata malamente interrotta la catena di approvvigionamento alimentare a Kathmandu, i prezzi degli ortaggi e dei prodotti principali sono saliti vertiginosamente, mentre i collegamenti telefonici e l’energia elettrica, dopo una completa interruzione nel cuore della Valle di Kathmandu, sono stati progressivamente ripristinati anche se il servizio è intermittente. Per fortuna, il collegamento Internet 3G a banda larga nella zona della capitale è rimasto attivo dopo il terremoto, consentendo una certa comunicazione con il mondo esterno attraverso internet.
La grande preoccupazione, ora, è l’approvvigionamento di acqua e cibo perché, con la mancanza di cibo e acqua, la sofferenza aumenta. Oltre a fornire cure mediche a coloro che sono stati gravemente feriti, le squadre mediche sono preoccupate per il possibile scoppio di malattie, in particolare di colera, a causa dei danni al sistema di approvvigionamento idrico.
Il piccolo aeroporto di Kathmandu è utilizzato al massimo da tutti gli aerei che trasportano rifornimenti di emergenza e soccorritori. Nel frattempo molti voli commerciali continuano ad operare per evacuare un gran numero di turisti e trekker. Squadre di ricerca e di soccorso locali e internazionali continuano a scavare tra i resti delle case crollate, sia qui a Kathmandu, che nelle zone rurali, con la speranza di trovare sopravvissuti, prima che della scadenza delle 72 ore. Nel momento in cui sto scrivendo hanno meno di 20 ore prima di tale scadenza.
Una volta terminate le operazioni di primo soccorso per i feriti più gravi, i principali sforzi saranno destinati a coloro che sono rimasti senza casa, hanno perso il loro bestiame e altri mezzi di sostentamento. È fondamentale aiutare gli abitanti dei villaggi pesantemente colpiti, ma che non sono sotto i riflettori dei media.
Noi gesuiti del Nepal, insieme ad altre comunità religiose e al Vicariato del Nepal, siamo stati fortunati in quanto non abbiamo subito alcuna perdita di vite umane o lesioni gravi. C’è stato qualche danno agli edifici delle nostre istituzioni e, quando terminerà il rischio di scosse di assestamento, valuteremo la situazione più da vicino, al fine di garantire la sicurezza dei nostri allievi.
La scuola di S. Saverio, il collegio e la scuola di Santa Maria hanno aperto le loro porte a chi ha bisogno di un riparo. Il nostro team si è riunito oggi, per pianificare le procedure per effettuare le operazioni di soccorso.
Abbiamo selezionato cinque distretti (Lalitpur, Sindhupulchowk, Kavre, Dhading, e Gorkha). Abbiamo ancora bisogno di fare qualche valutazione e identificare i villaggi più colpiti. Abbiamo già ottenuto il permesso dalle autorità di tre distretti di portare avanti il lavoro di soccorso e domani dovremmo averlo anche per altri due. Abbiamo ordinato tende, stuoie e prodotti alimentari. Sicuramente, avremo maggior bisogno di aiuto finanziario quando arriveremo alla fase di risistemazione.
Ci stiamo coordinando e collegando con varie agenzie e gruppi religiosi, abbiamo abbastanza volontari per i prossimi giorni e ci auguriamo di poter iniziare i piani di risanamento dopo aver fatto qualche valutazione. Non abbiamo potuto aprire un conto corrente bancario, perché tutte le banche sono chiuse; secondo le informazioni, riapriranno domani. Abbiamo ancora bisogno di organizzarci per svolgere un lavoro di soccorso efficiente ed efficace e speriamo di essere aggiornati tutti i giorni sullo stato di avanzamento delle operazioni di soccorso.
Vi preghiamo di unirvi a noi in qualsiasi modo possibile e noi faremo tutto il possibile. I gesuiti e altri dall’India sono disposti ad aiutarci in base alle necessità.
Il sostegno della preghiera, l’assistenza materiale dei nostri fratelli gesuiti e dei loro colleghi, della Chiesa nel senso più ampio e della gente in generale, ci sarà di enorme aiuto per dare soccorso a coloro che sono nell’immediato e disperato bisogno e per aiutare il Nepal a rialzarsi dopo l’impatto devastante del terremoto.
Grazie per il vostro continuo sostegno e per le preghiere per le vittime del terremoto e per chi ha perso tutto.
P. Bonifacio Tigga, SJ
Superiore Regionale della regione del Nepal
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