Estate 2012
QUANDO L’AMORE DIVENTA SPERANZA
Siamo da poco rientrati
dall’ETIOPIA,
terzo Paese dell’Africa
per popolazione
(dopo Nigeria ed Egitto),
ricco di altopiani
(Addis Abeba è a 2.360m slm)
e con una speranza di vita
di 49 anni,
una delle più basse del mondo.
Non è una sorpresa ritrovarci,
spesso, con centinaia di bambini:
la vera grande risorsa di questo Paese.
Dalla capitale ci spostiamo a Shiré,
nel nord, per visitare le attività
coordinate dalle suore di S. G. Antida
presenti in quest’area dal 2004.
Entriamo nel dispensario e improvvisamente
siamo immersi e circondati
da donne, bambini, qualche uomo,
tutti provenienti dalle zone limitrofe.
In questo clima di ringraziamenti, saluti, sorrisi, pianti, si fa strada ai nostri occhi il dramma dei bambini malnutriti. I piccoli vengono portati, in questo luogo di speranza, quasi scheletrici. Il loro peso e la loro crescita dipendono dal latte materno purtroppo scarso e povero di elementi nutritivi a causa della inadeguata alimentazione e delle continue carestie note a tutto il mondo. Chi ha la fortuna di raggiungere le suore trova assistenza sanitaria e speciali alimenti per i piccoli malnutriti nei cui occhi, lentamente, si riaccende il sorriso mentre le loro carni prendono forma e coprono le piccole e gracili ossa. Infermieri, medici e suore mostrano tutta la loro abilità e umanità nell’accogliere questa gente e nel sottoporla ad esami clinici, visite, incontri formativi e infine somministrando tutto il necessario perché la vita dei piccoli moribondi riprenda il suo cammino. È una vera sinfonia della vita in cui ciascuno svolge la sua parte per strappare alla morte chi non ha scelto di venire al mondo in quelle condizioni. Ci congediamo, consapevoli che quanto sosteniamo economicamente sarà sempre insufficiente di fronte alle migliaia di corpicini incoscienti del loro drammatico futuro, ma crediamo che la Carità è più feconda dei nostri piccoli sforzi.
Lasciamo Shiré e ci dirigiamo al sud del Paese nella località di Soddo. Un lungo viaggio di 300 km in auto guidati da Abba (Padre) Marcello, sacerdote marchigiano che da anni vive a Soddo dedicando la sua vita ai poveri e soprattutto ai ragazzi di strada. Durante le ore di viaggio ci partecipa la sua storia e ci svela il miracolo dell’amore. Sposato senza figli e poi vedovo (con molta emozione parlava di sua moglie), raggiunto il traguardo della pensione decide di svolgere un tempo di volontariato in Etiopia. La sua decisione di dedicare un po’ del suo tempo per gli altri in un Paese sconosciuto, si è trasformata in una scelta: il sacerdozio vissuto con, e per i poveri. Ci accompagna alla Smiling Children Town, dove alloggiamo, e ci parla di questa intuizione divenuta realtà: la città dei ragazzi sorridenti. Era il mio sogno da tempo (ci dice con sguardo sereno e felice). Voi non potete capire cosa significhi l’impotenza nel vedere migliaia di ragazzini per strada, in preda alla sporcizia, alle prepotenze e alle violenze degli adulti, dei boss di quartiere. Se vuoi bene a questa gente, da lì devi partire ed è anche importante come si parte. /…/ E ancora, spesso occorre anche sapere che potresti non vedere i frutti di quello che hai seminato …! Condividiamo ansie e gioie di Abba Marcello e rientriamo in Italia avendo trovato, anche in questa regione dell’Africa, Dio che si fa amore e speranza attraverso la debolezza dei piccoli.
p. Gianni Di Gennaro sj