Autunno 2012
INFERNO E PARADISO
“Un giorno un sant’uomo chiese al Signore: – Signore, mi piacerebbe sapere come sono il Paradiso e l’Inferno -. Dio condusse il sant’uomo verso due porte. Ne aprì una e gli permise di guardare all’interno. C’era una grandissima tavola rotonda. Al centro della tavola si trovava un grandissimo recipiente contenente cibo dal profumo delizioso. Il sant’uomo sentì l’acquolina in bocca.
Le persone sedute attorno al tavolo erano magre, dall’aspetto livido e malato. Tutti avevano l’aria affamata. Avevano dei cucchiai dai manici lunghissimi attaccati alle loro braccia. Tutti potevano raggiungere il piatto di cibo e raccoglierne un po’, ma poiché il manico del cucchiaio era più lungo del proprio braccio, non potevano accostare il cibo alla loro bocca. Il sant’uomo tremò alla vista della loro miseria e delle loro sofferenze. Dio disse: “Hai appena visto l’Inferno”.
Dio e l’uomo si diressero alla seconda porta. Dio l’aprì. La scena che l’uomo vide era identica alla precedente. C’era la grande tavola rotonda, il recipiente che gli fece venire l’acquolina. Le persone intorno alla tavola avevano anch’esse i cucchiai dai lunghi manici. Questa volta, però, erano ben nutriti, felici e conversavano tra loro sorridenti.
Il sant’uomo disse a Dio: “Non capisco!” È semplice – rispose Dio – essi hanno imparato che il manico del cucchiaio troppo lungo non consente di nutrire se stessi, ma permette di nutrire il proprio vicino. Perciò hanno imparato a nutrirsi gli uni con gli altri. Quelli dell’altra tavola, invece, non pensano che a se stessi. La differenza la portiamo dentro di noi! Mi permetto di aggiungere: sulla terra c’è abbastanza per soddisfare i bisogni di tutti, ma non per soddisfare l’ingordigia di pochi. I nostri pensieri, per quanto buoni possano essere, sono perle false fintanto che non vengano trasformati in azioni.
Sii tu il cambiamento che vuoi vedere avvenire nel mondo”
(Mahatma Gandhi)
Solo il cuore e la mente di un uomo integro e libero come Gandhi potevano rappresentare, in due scene, il paradigma di una umanità che si gioca il suo futuro attraverso le scelte e le decisioni del presente. Saremo quello che oggi siamo! Tendere la mano è il gesto di chi cerca contatto, calore, sicurezza. Ma nel tendere offre se stesso e la propria vita che diventerà vita per l’altro.
p. Gianni Di Gennaro S.J.
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