Pakistan: Amer, Vincia, Komal…
Amer era un povero operaio di mattoni. All’età di 6 anni già accompagnava i suoi genitori al lavoro. In estate, si alzava alle 4 del mattino per lavorare prima del grande caldo. Ma era un giorno d’inverno, intorno alle 7 del mattino, quando una delle suore di S. Giovanna Antida lo incontrò per le strade di Lahore con il suo pane infilato in un sacchetto di nylon. “Dove vai?” Gli chiese. “Al lavoro”. Lei lo seguì e parlò con i genitori, che accettarono che lasciasse il lavoro dietro pagamento di una piccola somma (equivalente alla sua paga). Attraverso le adozioni-borse di studio che offre il Gruppo India, Amer iniziò a frequentare la scuola anche se in ritardo rispetto ai suoi coetanei.
Amer aveva infatti già 8 anni, ma era intelligente e finì rapidamente le elementari (con corsi di recupero all’inizio, ovviamente) poi le suore lo persero di vista. Ma lasciamo che sr Hende ci racconti il finale di questa storia:
Gli anni sono passati in fretta e un giorno, con mia grande sorpresa, mentre visitavo uno showroom di auto, un giovane si alza da dietro la sua scrivania e mi viene incontro con un grande sorriso. «Mi riconosci, sorella? Le mie mani ora sono pulite , non impastano più il fango per fare mattoni!» Poi mi racconta di come era arrivato al commercio delle auto. E lui non ha dimenticato la mattina d’inverno quando la suora lo aveva incontrato. Ora Amer paga gli studi a 8 bambini della scuola dove è stato! Il bene è contagioso!
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Vincia era una bambina di 5 anni il cui padre si drogava e la mamma aveva abbandonato la casa quando lei aveva 3 anni. I nonni avevano tenuto i bambini per un paio d’anni e poi, nessuno sa perché, un giorno Vincia ed i suoi 2 fratelli un po’ più grandi si ritrovarono in mezzo alla strada. Alcuni vicini di casa li portarono dalle suore che, con l’aiuto del Gruppo India, misero i ragazzi in un ostello per ragazzi e tennero Vincia con loro.
Vincia era brillante, terminò gli studi liceali e decise di fare l’infermiera. Studiava e lavorava alcune ore al giorno per avere un po’ di soldi. Vivendo con le suore ha imparato a parlare bene l’inglese e dopo la laurea ha trovato presto un posto di lavoro in un ospedale governativo.
Ma Vincia sapeva che non poteva restare per sempre con le suore e che doveva pensare al proprio futuro. Mentre lavorava ha continuato a studiare per diventare “tutrice“, cioè maestra di infermieri con uno stipendio molto più alto di un infermiera semplice.
Dopo alcuni anni Vincia ha affittato una casa con i suoi fratelli, in un primo momento li ha aiutati e poi si è sposata. Oggi è la direttrice della scuola per infermieri in un ospedale di Lahore.
Cosa sarebbe diventata la piccola Vincia abbandonata in strada con i suoi fratelli se la Provvidenza non avesse agito attraverso i benefattori disposti ad aiutare?
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Quella che segue è la testimonianza di Komal, un seme che non è ancora completamente germogliato, ma che continuiamo a seguire con affetto:
Mi chiamo Komal Zafar, vivo a Faisalabad e sto studiando nella 9^ classe della scuola superiore di Sant’Antonio. Appartengo a una famiglia molto povera e ho cinque fratelli, mio padre è tossicodipendente e non si interessa al nostro studio, mia madre fa la domestica. Amiamo andare a scuola, ma sfortunatamente viviamo in pessime condizioni e, a volte, non abbiamo neanche abbastanza da mangiare. Quanta povertà e grande ingiustizia in questo mondo!
Sono molto felice e mi sento privilegiata perché vado a scuola e sono in grado di pagare la mia retta scolastica e le altre spese grazie al grande aiuto del Gruppo India. Com’è bello sapere che esistono persone come voi che aiutano noi bambini poveri per darci un futuro luminoso e permetterci di vivere con dignità.
Spero e desidero diventare dottore in futuro grazie al vostro aiuto, che mi dà l’opportunità di continuare i miei studi. Solo attraverso lo studio un giorno potrò camminare al passo con il mondo, pensare come gli altri e affrontare le sfide della vita. Sono così felice e mi sento uguale a tanti altri bambini che vanno a scuola.
Sono davvero grata a voi e al vostro grande sacrificio che aiuta me e tanti altri bambini nel mondo. Prego di poter essere anch’io in grado di aiutare gli altri quando finirò di studiare e avrò trovato lavoro perché so bene cosa significa essere poveri. Ringrazio anche le Suore che sono sempre con noi e sono pronte a fare sacrifici per educarci, insegnarci e orientarci nelle nostre vite.
Che Dio benedica tutti voi perché possiate aiutare sempre di più e rendere felici tanti bambini poveri. Vi assicuro le mie preghiere.
Con profonda gratitudine
Komal Zafar, Pakistan