Zaroli, India: una missione festeggia il 75° della sua fondazione
Le suore canossiane di Zaroli (Gujarat, India) quest’anno festeggiano i 75 anni della loro attività. È una festa anche per noi del Gruppo India, che abbiamo seguito e sostenuto lo sviluppo della missione dal 1981 fino al 2017.
Quando le prime Suore Canossiane giunsero a Zaroli nel lontano 1943 trovarono una situazione estremamente povera: una capanna di fango per abitazione, l’acqua fredda del fiume per lavarsi, cibo insufficiente, mancanza di strade, di luce, di negozi e di assistenza medica. Con il suolo infestato di serpenti, topi, scorpioni e ogni sorta di animali selvatici… sperimentarono paura e solitudine. Tuttavia, la certezza di compiere la volontà di Dio allo scopo di “far conoscere e amare Gesù” diede loro il coraggio di abbracciare con gioia questa missione. Nel 1981 ci fu la prima provvidenziale visita di p. Pesce e dei suoi studenti, che segnerà un’ininterrotta catena di solidarietà e di reciproca stima.
A 75 anni dagli inizi segnati da povertà e stenti, il Centro Canossa di Zaroli è ora un alveare di attività pastorali, sociali, mediche ed educative, il cui sviluppo è certamente da attribuire in gran parte al Gruppo India che, attraverso l’interessamento ed il contributo dei suoi generosi benefattori non ha mai cessato di offrire il suo prezioso sostegno.
“A ciascuno di essi esprimiamo il nostro grazie riconoscente che si fa preghiera, affinché il Signore ricompensi abbondantemente ogni loro gesto di solidarietà e benedica le loro famiglie con il dono dell’unità e della pace”. (Sr. Molly e Consorelle Canossiane)
Solo come esempio di quanto è stato realizzato a Zaroli, vi presentiamo alcune storie (una in ambito sociale, le altre sanitario).
Nel 1983, in occasione di una nuova visita di padre Pesce, le suore gli presentano il caso di Benny, un ragazzo orfano affidato loro dalla madre morente; lo avevano cresciuto con amore, gli avevano fornito istruzione e ora necessitava di una sistemazione. Il grande cuore di P. Pesce si lascia intenerire: a nome del Gruppo India gli assegna un contributo con il quale Benny acquisterà un piccolo appezzamento di terreno e si costruirà una casa. Divenuto indipendente, può coronare il suo sogno: forma una bella famiglia e ora con la moglie e i figli, in occasione del Giubileo di Diamante di Zaroli esprime la sua immensa gratitudine all’indimenticabile p. Pesce, al Gruppo India e a tutti i benefattori che, dandogli fiducia, gli hanno cambiato la vita.
I miracoli della carità
Piccole grandi esperienze di guarigione, raccontate dai protagonisti: merito dei dottori e degli infermieri ma anche di chi ha permesso che a Zaroli si costruisse e si facesse funzionare un dispensario…
Quando nacque il mio secondogenito, i miei genitori e parenti erano molto tristi perché il bimbo era sotto peso e la sua pelle era scura. Dopo un mese il suo corpo si coprì di scabbia e di macchie nere. Alcuni parenti e amici mi dissero che lo aveva invaso uno spirito cattivo e che pertanto doveva essere sepolto vivo, altrimenti lo spirito avrebbe causato la morte di tutti i bimbi del villaggio. Fu deciso di uccidere il bambino; si scavò la fossa e i parenti vi si raccolsero attorno. Mentre stavo per deporvelo, una donna gridò a gran voce: “Per favore, non uccidere il bambino, dagli un’opportunità e portalo al Davarkhana delle Suore per farlo curare”.
La proposta fu accolta all’unanimità e il bimbo fu portato dalle Suore; dopo una sola settimana il piccolo risultò completamente guarito. Oggi quel bimbo è uno sportivo e uno dei migliori alunni della scuola superiore che frequenta.
Alle Suore e a tutto il personale del Davarkhana va il nostro riconoscente grazie per aver salvato il mio bambino, concedendogli di divenire la persona che è oggi. (A. J.)
Sono la direttrice di una scuola superiore a Valsad e sono molto impegnata anche del sociale. Da qualche tempo soffrivo di una specie di orticaria che mi causava un continuo prurito e nonostante innumerevoli visite mediche non ottenevo alcun miglioramento. Ogni volta che dovevo partecipare a un convegno o a un incontro cominciavo a grattami e ciò mi creava imbarazzo. Dopo 15 anni, scoraggiata e delusa, giunta ad uno stato depressivo pensavo di suicidarmi, quando un’amica mi invitò ad andare al dispensario Pushavati Davarkhana (The Little Flower – S. Teresa del Bambino Gesù) perché “lì succedono miracoli”. Andai e mi diedero una cura per due settimane; quando ritornai per il controllo ero migliorata al 50%: mi sentii incoraggiata e decisi di continuare a vivere. Dopo un mese ero quasi completamente guarita.
Sento di dover ringraziare Dio e le Suore che hanno giocato un ruolo importante per il recupero della mia salute fisica e mentale. (N. S.)
Chiudiamo con quanto il dottor Pramod ha scritto in occasione del 75° anniversario dell’arrivo delle suore a Zaroli.
Da tre anni collaboro come medico specialista presso il dispensario Pushavati Davarkhana delle Suore Canossiane di Zaroli.
Durante questo tempo ho potuto sperimentare la potenza della guarigione di tanti malati che accorrono al dispensario di Zaroli animati da grande fede. Sono convinto che queste guarigioni sono da attribuirsi non tanto alle nostre capacità umane, quanto alla potenza divina che opera per mezzo nostro.
La dedizione e la passione che le Suore investono nel settore sanitario sono veramente encomiabili.
La potenza divina opera certamente tramite l’impegno del dottor Pramod, di suor Molly, delle sue consorelle, di tanti altri che lavorano nelle varie attività a Zaroli, ma anche tramite il buon cuore di quanti dal 1981 hanno permesso al Gruppo India di sostenere i loro sforzi. E quindi, grazie a tutti voi!