Kumbakonam, India: cucito per vedove e donne abusate
La diocesi di Kumbakonam (Tamil Nadu) forma le donne rurali in varie professioni, così possono guadagnare, mantenere la famiglia e far studiare i figli, rispettando il motto “Evangelizzazione ed educazione”.
Il Gruppo India vuole aiutare il vescovo Antonisamy Francis, pagando le spese di 2 corsi semestrali di cucito a Poovanipattu, un villaggio facilmente raggiungibile da altri dello stesso distretto. A ogni corso parteciperanno 10 donne o ragazze con lezioni teoriche la mattina e pratiche nel pomeriggio; al termine del corso ogni donna riceverà in dono la macchina su cui ha imparato a cucire. Immediatamente dopo saranno acquistate altre 10 macchine e inizierà un nuovo corso. Al termine dei corsi, 20 donne del distretto saranno economicamente autonome.
Il territorio coinvolto nel progetto, comprendente Poovanipattu e altri 5 villaggi circostanti, ha una popolazione di circa 12.650 abitanti, di cui un po’ più di 3.500 sono Dalit (cioè i fuori casta, gli intoccabili). Il villaggio di Poovanipattu dista circa 300 km dalla capitale dello stato di Tamil Nadu, Chennai (Madras). Nel villaggio vivono più di 2.750 abitanti e la maggior parte delle persone sono indù che convivono con i cristiani pacificamente.
I dalit, a causa della secolare emarginazione, soffrono di forti complessi d’inferiorità e disagio, con la convinzione di non saper far null’altro che i lavori più umili in completa sottomissione alle caste. Molti uomini, schiacciati da queste difficoltà, diventano vittime dell’alcol o della droga, rendendo ancor più difficile la loro già problematica esistenza. Si dà per scontato che i bambini, non potendo frequentare le scuole a causa del costo e della condizione sociale, saranno costretti a seguire le orme dei genitori, senza alcuna possibilità di migliorare la propria esistenza. Quindi i dalit non danno molta importanza all’educazione per i loro bambini, ma li spingono a lavorare nell’agricoltura o in altre aree fin dall’infanzia.
Le donne compongono circa la metà della popolazione, ma la loro considerazione sociale è praticamente nulla. Per secoli è stata deliberatamente negata loro ogni opportunità di crescita e sono da sempre vittime di umiliazioni, torture, sfruttamento, infanticidio, matrimonio precoce, aborto, e analfabetismo. La psiche femminile è schiacciata fin dall’infanzia e un aspetto particolare riguarda la dote che la famiglia della sposa deve portare nel matrimonio, causa spesso di grossi debiti e conseguenti malumori nella famiglia di origine.
Anche fuori dalla famiglia la condizione delle donne è la più misera in tutti i settori della vita sociale, pagate un terzo per lo stesso lavoro svolto da uomini. In un paese prevalentemente agricolo, le donne rappresentano più della metà dei lavoratori ma il loro lavoro non è valorizzato. In media, una donna lavora da 15 a 16 ore al giorno sottopagata.
Sul luogo di lavoro sono spesso oggetto di pesanti molestie, offese, minacce di licenziamento se non concedono favori sessuali. Le donne più giovani sono soggette a gravidanze precoci e la cura dei figli ricade completamente su di loro. Molte restano presto vedove a causa di HIV/AIDS, cancro, tubercolosi o suicidi di contadini; questi lutti distruggono la loro vita perché queste donne sfortunate sono costrette a crescere da sole i loro ragazzi, spesso abbandonate sia dalla famiglia di origine che da quella del marito.
Le donne e le ragazze, per sostenere la famiglia in mancanza del marito, chiedono prestiti a persone poco raccomandabili e per rimborsarli vanno in cerca di qualche attività nelle città vicine. Purtroppo si stima che circa il 70% di esse subisca abusi sessuali. La maggior parte di queste donne e ragazze non parlano con nessuno di ciò che accade per paura di restare disoccupate e non poter estinguere il debito.
Il sistema delle caste è una vera maledizione e le sue radici sono davvero profonde nella società indiana che è stata divisa in quattro grandi caste, con una quinta chiamata dalit o “fuori casta, intoccabili” esclusi da questo sistema e disprezzati come intoccabili. Gli intoccabili costituiscono il 20% della popolazione indiana e tra loro c’è il 70% dei cattolici in India.
Il responsabile locale selezionerà le partecipanti indipendentemente da credo e religione. Le persone candidate per il programma sono:
– le vedove delle fasce più disagiate della società: i dalit
– le ragazze abusate sessualmente e che sono diventate madri prima del matrimonio
– le vedove o ragazze che non hanno un sostegno maschile in famiglia
– le donne che hanno problemi sociali, economici e psicologici
– le donne che hanno sperimentato la disoccupazione e la povertà per un lungo periodo, specialmente le donne traumatizzate.
Questa iniziativa, già avviata ad agosto 2019, offre alle donne numerosi vantaggi perché non solo le renderà sarte professionali, ma darà loro una maggiore capacità di gestione e di sviluppo delle proprie attività economiche (con conseguente autostima e autonomia delle donne nei confronti dei condizionamenti sociali). Le donne non dovranno più trasferirsi in città alla ricerca di un lavoro malpagato, ma potranno rimanere vicino alle loro famiglie, libere dagli abusi comunemente perpetrati nelle fabbriche e nei campi. Qui un video sul corso che si sta già svolgendo.
Al termine dei 6 mesi sarà consegnato ad ogni partecipante un certificato di completamento del corso e soprattutto una macchina da cucire grazie alla quale saranno in grado di prendersi cura dei propri figli fornendo loro i bisogni essenziali come il cibo, l’abbigliamento, l’istruzione e l’assistenza sanitaria.
Queste donne e ragazze sfortunate si trovano di fronte alla prospettiva di crescere le famiglie da sole nella società. Vi chiediamo gentilmente di considerare il nostro progetto con simpatia nell’interesse delle vedove povere e bisognose che conducono una vita di miseria e non sono in grado di soddisfare i bisogni essenziali dei loro figli. Aiutateci a donare un nuovo orizzonte di vita a migliaia di donne Dalit!
Padre Adaikalasamy Erudayam
Codice progetto: 910C