Emergenza coronavirus
Aggiornamento: consideriamo chiusa questa prima fase del progetto, quella dei blocchi totali, del “non sapere”… Ora l’India attraversa una nuova, severa ondata e continuiamo la raccolta fondi con lo stesso codice C.19 per poter intervenire. Nello stesso tempo, dove e quando è possibile, cerchiamo di intervenire con progetti più puntuali adatti alle singole situazioni come quello in soccorso dei non vedenti di Trichy. Grazie di cuore a quanti hanno dato una mano con grande generosità, nonostante le difficoltà che hanno colpito ognuno di noi.
Covid-19… una minaccia attuale; una pandemia che ti fa venire un brivido di incertezza, ansia e paura. Siamo stati uno dei primi Paesi colpiti e colpiti pesantemente! Nel periodo iniziale abbiamo ricevuto tante testimonianze d’affetto, benedizioni, preghiere… Da tutto il mondo ci hanno inviato messaggi pieni di premura e preoccupazione per tutti i membri della grande famiglia del Gruppo India: benefattori, volontari, staff e Comitato.
Ora che la pandemia sta dilagando in India, in Africa, in Brasile e in tanti altri luoghi, è il momento di restituire quanto ricevuto: con la preghiera, la compartecipazione e con un sostegno economico verso chi sta perdendo tutto.
Le richieste di sostegno arrivate al Gruppo India sono state tantissime, arrivate anche da enti e congregazioni a noi sconosciuti. Nessuno era rimasto con le mani in mano… gli aiuti erano già avviati (cibo, mascherine, saponi, medicine, alloggi di fortuna), tutti cercavano risorse per continuare le azioni già intraprese. È stato necessario fare una scelta, dolorosa, e inviare un aiuto solo ad alcune realtà. Il Comitato è intervenuto subito, anticipando quanto necessario, fiducioso nella generosità dei nostri amici benefattori. Tutti possiamo mostrare la nostra vicinanza inviando offerte con il codice progetto C.19.
In India la serrata improvvisa decisa dal Governo ha inevitabilmente messo in moto una situazione indescrivibile, con decine di migliaia di persone in tutta la nazione bloccate lontano dalle loro case, costrette a camminare sulle strade verso i loro villaggi natali fino a 500-1000 chilometri di distanza.
Le suore Canossiane della delegazione del Sud dell’India hanno ottenuto dal governo indiano un permesso speciale per raggiungere i villaggi più remoti dell’Andhra Pradesh e dell’Orissa, dove non arrivano gli aiuti statali. Portano cibo e detergenti a 600 famiglie, scelte tra quelle che dipendono dal loro salario giornaliero per sbarcare il lunario e che ora non hanno lavoro e a chi, venuto da villaggi lontani in cerca di impiego, è rimasto bloccato nelle stazioni ferroviarie, nelle fermate degli autobus e persino lungo le strade; non possono tornare alle loro case, non hanno un posto dove stare e stanno lottando oltre ogni immaginazione (in questo video la distribuzione degli aiuti).
Il Mahatma Gandhi afferma: “Ci sono persone nel mondo così affamate, che Dio non può apparire loro se non sotto forma di pane”. Le Canossiane portano pacchi alimentari in varie zone: Draksharama, Nellipaka, Payakaraopeta, Vizag, Veeraghattam, Bathily e Jubo. La comunità di Payakaraopeta da giorni dà da mangiare a un gruppo di 50 camionisti bloccati lì all’inizio della serrata.
Inoltre le suore stanno mettendo a disposizione di chi ne ha bisogno gli ospedali e i locali delle scuole. Hanno cucito mascherine nel Centro di sartoria di Veeraghattam e le hanno distribuite ai poveri, al personale di polizia, ai migranti, ai malati di HIV e ai volontari che conducono indagini o portano consigli e istruzioni porta a porta. Un altro elemento essenziale distribuito è stato il sapone da bagno e i detersivi per il bucato.
Infine un piccolo gesto di carità verso il personale di polizia in piedi per ore sulle strade per mantenere legge e disciplina sotto il sole cocente: bevande arricchite di sali minerali per alleviare lo stress del caldo.
Dal Tamil Nadu, che al momento della richiesta di aiuto era il 2° stato più colpito in India, ci hanno interpellato gli Angelo Brothers, impegnati soprattutto nel distretto di Trichy. Secondo i dati ufficiali, i lavoratori giornalieri costituiscono la spina dorsale dell’economia indiana, comprendendo circa l’85 per cento del totale degli occupati. Con la serrata, tutte queste persone si sono ritrovate da un giorno all’altro senza alcuna possibilità di guadagnare. Nel distretto ci sono migliaia di persone vulnerabili come i diversamente abili, i ciechi, i sordomuti, le vedove, le donne abbandonate, le tribù semi-migranti e le popolazioni rurali. Alcuni di loro hanno accesso a un solo pasto al giorno; altri stanno morendo di fame. Le misure del Governo sono inadeguate e per questo i poveri dipendono da gesti di generosità. A loro i Fratelli stanno distribuendo alimenti secchi (come riso, farina di grano o di miglio, legumi, spezie…), olio, piccole somme di denaro per l’acquisto di verdure fresche, articoli sanitari (saponi e disinfettante).
Problemi simili si riscontrano in Sri Lanka e il Gruppo India ha inviato aiuto ai gesuiti di Negombo che hanno aiutato quasi 3000 famiglie fornendo generi alimentari di base. Il passo successivo è di aiutare altre 500 famiglie con un piccolo sostegno economico (circa 20 euro a famiglia), oltre alla distribuzione dei pacchi.
In Bangladesh la situazione può essere misurata con il drastico calo di ordini da parte delle grandi società internazionali, per cui ora circa il 50% delle persone si ritrova senza lavoro. Anche i piccoli artigiani e commercianti hanno dovuto sospendere le loro attività per il blocco. La situazione è poi stata ulteriormente aggravata dall’arrivo del ciclone Amphan che il 20 maggio ha devastato varie aree tra cui la diocesi di Khulna: molte persone si sono ritrovate a condividere alloggi di fortuna e questo sicuramente agevolerà la diffusione del virus. Stiamo sostenendo il Vescovo che distribuisce pacchi contenenti riso, olio, patate, sale e detergenti a 1200 famiglie, scelte tra le più povere.
Anche in Pakistan la crisi pandemica peggiora i problemi della povertà e della malnutrizione, particolarmente nei quartieri a maggioranza cristiana che sono ovunque i più poveri. Inoltre, in alcune zone, alla popolazione cristiana è stata negata la possibilità di ricevere aiuti alimentari. Ed è quello che si sta vivendo anche a Lahore e a Faisalabad dove operano le Suore della Carità di S. Antida. Non potevano stare a guardare… Così, sicure della vostra sensibilità e generosità, hanno organizzato una distribuzione di aiuti per circa 150 famiglie particolarmente bisognose, regalando un sorriso a tante persone che in questo tempo non possono lavorare e quindi non hanno da mangiare.
Continuiamo questa panoramica con il Centrafrica, dove la popolazione vive sulla soglia della povertà, con pochi mezzi di sussistenza, resa fragile dalla guerra; fa molta fatica a fronteggiare tutte le conseguenze legate all’epidemia e la gente più vulnerabile (anziani, handicappati, giovani già malati) vive situazioni di grande povertà. Le strutture ospedaliere non sono molto efficienti, il personale sanitario non è preparato, le suore di S. Antida temono che non riuscirà a far fronte all’epidemia che dilaga nelle province.
La gente cerca di rispettare le misure preventive ma non può vivere senza il mercato, vera fonte di sopravvivenza per gli africani. Loro cercano di dare una mano, ma i mezzi sono limitati per poter acquistare riso, zucchero, sale, sapone, medicine. Il nostro aiuto sarà fondamentale per procurarsi e distribuire alcuni beni di prima necessità e ridare, così, coraggio e speranza a chi vive questo tempo di pandemia nella più grande miseria.
Lasciamo a suor Elena Berini, che ci scrive da Bocaranga (Centrafrica), il compito di stimolare e ringraziare tutti. Lei parla della sua terra, ma descrive una realtà che travalica i confini:
Siamo circondate da tante situazioni di povertà e sofferenza, ma continuiamo a fidarci della Provvidenza. Stupisce sempre nel profondo come i poveri sappiano condividere e ricominciare sempre… Anche da questa terra d’Africa, uomini, donne, giovani provocano la Provvidenza con gesti discreti di solidarietà e nel travaglio dei giorni sanno offrire speranza.
Grazie cari amici, che il gesto di solidarietà non si esaurisca mai nel vostro Gruppo perché la vita possa sempre sorridere ai poveri. Che il Signore benedica voi e le vostre famiglie e vi protegga.