Balangir, Orissa: sostegno ai lebbrosi e alle loro famiglie
In India la lebbra è considerata una “maledizione degli dei” e i malati sono emarginati, abbandonati anche dalla loro famiglia: le Maestre Pie Venerini ci raccontano cosa fanno per loro presso Balangir (Orissa). Situazioni simili si ritrovano in tanti altri lebbrosari sostenuti dal Gruppo India.
Ci sono due colonie di lebbra di cui noi, Suore Venerini, ci occupiamo dal 1990 nel distretto di Balangir (Orissa) a Loisingha e Kojanpally. All’inizio del nostro lavoro le condizioni dei pazienti erano veramente orribili. La maggior parte di loro aveva ferite aperte sia sulle dita dei piedi che sulle braccia e in alcuni casi su tutto il corpo. E da queste ferite le sorelle tiravano fuori centinaia di vermi mentre medicavano ed era incredibile vedere questo tipo di realtà in un essere umano. Le loro condizioni di salute erano davvero così patetiche e vulnerabili all’inizio del nostro lavoro! Le loro condizioni di vita erano così antigieniche, senza alcuna pulizia personale e dell’ambiente circostante.
C’erano davvero tante cose da fare, tutte molto urgenti: scavare pozzi per avere un approvvigionamento idrico, richiedere al Governo l’assegnazione ufficiale del terreno (occupato abusivamente dal primo gruppo di lebbrosi perché abbandonato e lontano da altri borghi e villaggi e quindi possibile luogo di rifugio), ottenere per loro il diritto alle cure, costruire degli alloggi al posto delle misere baracche…
Ottenere l’assegnazione è stato un processo molto lungo e ci sono voluti alcuni anni per completare tutte le pratiche burocratiche e risolvere la questione, ma ora il terreno è registrato a nome del lebbrosario Santigram (questa parola significa “Luogo di pace”). Lo scavo di due pozzi nel complesso è stato subito seguito da una serie di incontri sull’importanza della pulizia personale e dell’ambiente circostante. I malati inizialmente non assumevano farmaci poiché non potevano andare né in farmacia né all’ospedale avendo ferite aperte. Abbiamo fatto da tramite per loro, contattando il dipartimento medico del governo e ottenendo gratuitamente i farmaci per la cura della lebbra per questi pazienti. Quando si è sparsa la voce dell’assistenza fornita (medicine, cibo, vicinanza…), molti altri pazienti che vagavano per le strade sono venuti nelle colonie, così il numero è aumentato di giorno in giorno ed è arrivato a circa 140 pazienti.
Successivamente abbiamo voluto realizzare degli alloggi per questi pazienti e abbiamo iniziato il lavoro iniziale di raccolta delle materie prime. Ma la gente dei villaggi circostanti si è opposta con veemenza e ha distrutto tutti i materiali bruciandoli: versavano benzina su quello che raccoglievamo e appiccavano il fuoco. A malincuore abbiamo dovuto accantonare il progetto, ripreso qualche anno dopo con l’aiuto del Gruppo India: abbiamo realizzato per loro delle casette, ancora utilizzate. Di tanto in tanto facciamo la dovuta manutenzione, perché siano sempre degli alloggi sicuri e dignitosi. Ultimamente abbiamo abbiamo costruito qualche altro alloggio con il sussidio del governo, oltre a un numero adeguato di servizi igienici.
Ora tutti i malati del gruppo originale sono guariti ma hanno cicatrici evidenti, molti di loro hanno perso dita di mani e piedi o hanno altre deformità; alcuni sono morti a causa della vecchiaia o di altri disturbi.
Attualmente arrivano meno casi da curare e sconsigliamo loro di rimanere nella colonia a meno che non abbiano deformità già evidenti. I nuovi casi li trattiamo segretamente nella nostra clinica presso il convento senza che ne vengano a conoscenza nemmeno i loro cari e i vicini (questo perché se vengono a vivere nella colonia, poi non saranno più accettati nei loro villaggi di provenienza). Se sono poveri e hanno bisogno di aiuto forniamo loro anche provviste alimentari per facilitare il miglioramento delle loro condizioni di salute.
Gli ospiti di Santigram coltivano ortaggi e cereali, condividendo tra loro ciò che viene prodotto. Una quota è regalata alle suore, per esprimere la loro gratitudine per il servizio ricevuto. Per aumentare le loro fonti di reddito abbiamo fornito capre e galline a ogni famiglia in grado di allevarle. È stato scavato un grande pozzo a cielo aperto in grado di fornire abbondante acqua e dotato di pompa per facilitare l’irrigazione degli ortaggi e degli alberi da frutto che crescono nel terreno.
I figli di questi lebbrosi sono perfettamente sani, ma le scuole locali rifiutano di ammetterli a causa della malattia dei genitori. Pertanto i bambini sono mandati in scuole lontane, dove nessuno sa nulla della loro famiglia, ospitati in ostelli dei missionari cattolici. Alcuni hanno già completato gli studi; tra di loro c’è un’infermiera che lavora come dipendente del governo in ospedale, guadagna uno stipendio dignitoso e si è sposata di recente. Altri dopo la scuola superiore hanno scelto una formazione tecnica e lavorano come idraulici, elettricisti, autisti… guadagnandosi da vivere e prendendosi cura delle loro famiglie. Non vivono nella colonia poiché questo avrebbe ripercussione sul loro lavoro, ma spesso visitano i genitori e li aiutano nel momento del bisogno.
Al momento con l’aiuto del Gruppo India stiamo sostenendo le spese (ostello, tasse, libri…) per 14 bambini tra elementari e medie e quattro ragazzi che frequentano la scuola superiore. Altri due sono universitari e due stanno proseguendo la formazione tecnica.
Questi pazienti ricordano sempre i loro benefattori e sono davvero molto grati per tutto quello che fanno per loro. Sono grati perché sanno che possono vivere con una certa dignità umana grazie alla generosità dei loro benefattori che li raggiunge attraverso il Gruppo India. “Possa Dio benedire tutti voi”, questa è la loro preghiera per ciascuno di voi. Possa il Signore benedirvi tutti.
Per sostenere questi lebbrosari e tutti gli altri che aiutiamo regolarmente in India potete inviare un dono con la sigla LEBB.