Biharsharif, India: scuola tecnica per il futuro
Circa 500 ragazzi l’anno otterranno una formazione professionale grazie ai corsi di questa scuola tecnica, cui abbiamo donato computer e macchine da cucito. Giovani che non avevano completato la scuola, possono ora sfuggire al destino dei lavori malpagati (gli unici cui potevano prima aspirare). In calce a questa pagina la storia di alcuni di loro, che sono diventati il sostegno della famiglia.
Dallo stato di Bihar (India settentrionale) partono molti migranti diretti in diverse parti dell’India per trovare lavoro, specialmente nei cantieri edili, nelle industrie di posa di strade e ferrovie. Poiché queste persone non sono qualificate, sono assunte per lavori a basso costo e il loro guadagno non è sufficiente per pianificare la crescita e lo sviluppo della famiglia, perpetuando così la situazione di povertà. Così, per lo più, tutti i loro guadagni sono spesi per nutrire la famiglia e sostenerla. L’Arcidiocesi di Patna ha cercato di dare una formazione ai tanti giovani che abbandonavano la scuola dopo il primo ciclo d’istruzione per andare a lavorare: con l’aiuto economico della CEI ha costruito su un proprio terreno l’Istituto tecnico di St. Joseph a Biharsharif; poi ha chiamato a dirigerlo i Fratelli del Sacro Cuore che avevano già esperienza in questi corsi di formazione; restava il problema di procurarsi le attrezzature tecniche necessarie e per questo si è rivolta a noi del Gruppo India.
L’idea iniziale era molto ambiziosa e prevedeva di lanciare diverse tipologie di formazione: corsi per la patente automobilistica, cablaggi elettrici e idraulici, applicazioni informatiche, ricamo, sartoria e disegno di moda. Ma da subito ci si è resi conti che non si poteva fare tutto e subito, così si è scelto di partire solo con le ultime due e padre Savari (direttore della scuola) ha acquistato 13 computer (di cui uno portatile) e 10 macchine da cucire, più il necessario per arredare i locali: scrivanie, tavoli, sedie, sgabelli…
Poi sono stati stampati degli opuscoli ed è iniziato un giro nei villaggi circostanti per invitare i ragazzi a partecipare ai programmi di formazione. I volontari hanno anche aiutato a individuare i giovani da ammettere ai diversi corsi: età minima 16 anni e almeno qualche anno di scolarizzazione. Visto che molti di questi giovani già sono impegnati saltuariamente con lavori sottopagati, i corsi sono stati organizzati per piccoli gruppi (da 8 a 15 partecipanti), con orari flessibili (mattina o pomeriggio) in base alla disponibilità degli studenti, per un periodo di circa 3 mesi.
L’avvio è stato comunque difficile, si pensava che fosse una scuola come tante, difficile da frequentare e poco utile… Ma girando tra i villaggi con i volontari, animatori e insegnanti padre Savari è riuscito a portare i primi giovani nella scuola e poi il passaparola ha fatto il resto nonostante la mancanza di trasporto pubblico renda difficile raggiungere l’Istituto dai villaggi più lontani. Ora la risposta degli studenti è molto buona e il tasso di abbandono è basso.
Nella struttura sono addestrati da 30 a 40 giovani ogni trimestre in sartoria e altrettanti all’uso del computer. Nella formazione sartoriale le ragazze vengono istruite su come usare le macchine da cucito, come fare i cartamodelli, cucire a mano, ricamare e così via. Questa formazione le ha aiutate a cucire i propri vestiti e quelli della famiglia, riducendo le spese familiari; inoltre ci sono ragazze che vorrebbero avere una macchina da cucire per aprire una sartoria nel proprio villaggio e guadagnare più di quanto riescono a fare col cucito manuale. La scuola sta cercando di aiutarle a realizzare questo sogno e nel frattempo gli consente di utilizzare quelle dell’istituto al di fuori degli orari di formazione.
Nelle lezioni di computer ai ragazzi vengono insegnate le basi, la dattilografia, il disegno e i programmi Office. Chi vuole e mostra adeguate capacità può anche imparare a usare il Tally (è un software di contabilità molto diffuso in India). Alcuni di questi studenti stanno frequentando anche la scuola normale, ma lì trovavano difficoltà perché sempre più spesso gli si chiedeva di svolgere progetti accademici e compiti al computer; le piccole scuole rurali in cui avevano frequentato i primi anni non avevano dato loro la possibilità di prepararsi a questo scoglio: la formazione che ricevono alla St. Joseph li aiuta a continuare gli studi.
Ci sono stati problemi, come l’alluvione del 2019 che ha obbligato a spostare tutto ai piani superiori perché il piano terra si era allagato (corsi sospesi per circa un mese) e poi la chiusura per la pandemia (da marzo a fine agosto tutto fermo, poi graduale ripresa ma con meno studenti per contenere i rischi). Altri sono problemi che si ripeteranno ogni anno, come il periodo del raccolto del riso tra fine ottobre a metà novembre: c’è un’enorme richiesta di lavoro e tutti i membri di tutta la famiglia (compresi i bambini) vanno nelle risaie. È un lavoro pagato a cottimo: più si raccoglie, più si guadagna, ed è il principale reddito della famiglia durante l’anno. Le lezioni subiscono sempre un rallentamento…
“Dopo la chiusura, abbiamo riaperto il centro per permettere agli studenti di riprendere la loro formazione in informatica e sartoria. Ci sono già 21 studenti che frequentano i corsi e ancora una volta annunciamo nei villaggi vicini che le lezioni proseguono. Siamo anche molto attenti e seguiamo le restrizioni e le linee guida covid-19 impartite dal governo. Stiamo cercando di rendere questa scuola sempre più utile agli studenti. Siamo molto grati al Gruppo India e a tutti i donatori che hanno generosamente contribuito per le attrezzature. I sacerdoti dell’Arcidiocesi di Patna e i Fratelli del Sacro Cuore della comunità del Biharsharif si ricordano di voi e le loro preghiere per le intenzioni di tutti i donatori e del Gruppo India”.
Padre Savari Raj SHJ
(direttore)
Ecco le storie di tre dei primi ragazzi che sono stati formati e hanno dato una svolta insperata al loro futuro…
Ganesh S. è nato in una famiglia della classe medio-bassa. L’intera famiglia dipende totalmente dai salari che riceve per il lavoro agricolo, che però è stagionale… Inoltre la maggior parte delle volte questi lavori sono pagati in natura: riso e grano. Ganesh andava anche lui nei campi a lavorare come bracciante giornaliero, guadagnando circa 300-400 rupie al giorno quando andava bene. A circa 23 anni di età, è venuto a conoscenza dei corsi di informatica della St. Joseph e si è subito iscritto. Ha frequentato il corso per quattro mesi, imparando il funzionamento del computer, la dattilografia e l’uso dei programmi Office. Questo lo ha aiutato a ottenere un lavoro in un grande supermercato con la posizione di impiegato addetto al data entry. Ora guadagna 13.000 rupie al mese con il beneficio aggiuntivo del fondo previdenziale, non dipende più dalla stagionalità del lavoro agricolo e ha un impiego sicuro.
Supriya è una ragazza proveniente da una famiglia povera che dipende totalmente dai salari giornalieri legati all’agricoltura. Anche questa è una famiglia dalit, emarginata nello stato di Bihar. Le donne di queste famiglie dipendono totalmente dal lavoro stagionale nell’agricoltura, dove ricevono l’equivalente del valore di 200 rupie in riso o grano per il duro lavoro quotidiano (è molto raro che le donne siano pagate in contanti). Questo lavoro è l’unica occasione che hanno le donne per uscire da casa: questa norma è imposta dalla tradizione per impedire che le ragazze si innamorino di ragazzi di altre caste in quanto la società si oppone fortemente al matrimonio inter-casta. Così le donne dalit sono destinate a restare in casa e occuparsi dei lavori domestici, a meno che non ci sia un lavoro legato all’agricoltura per cui tutti i membri della famiglia vanno insieme nei campi. Ma Supriya ha utilizzato il suo tempo libero per imparare la sartoria presso la St. Joseph, poi sua madre l’ha aiutata a procurarsi una macchina da cucire. Con l’aiuto di questa macchina Supriya cuce camicette e sottogonne per le vicine di casa. Questo la aiuta a guadagnare un reddito considerevole per la sua famiglia: circa 4.000-5.000 rupie al mese, sfruttando il tempo libero dopo aver fatto i lavori domestici ed eventuali lavori agricoli con la famiglia. Cuce anche i vestiti dei genitori e fratelli, il che riduce notevolmente le spese della famiglia. La formazione sartoriale di Supriya l’ha resa un membro attivo della famiglia e lei è felice di contribuire così tanto alla stabilità finanziaria dei suoi
Pawan K. proviene da una famiglia povera, appartenente ai dalit che è la casta più discriminata ed emarginata. Alle persone di casta Dalit è proibito possedere terra nello stato di Bihar e il governo statale non emana adeguate misure di sostegno: questo ha peggiorato ulteriormente le condizioni delle comunità dalit nel Bihar. Come altri membri della famiglia, anche Pawan si stava preparando ad emigrare in cerca di lavoro, perché non era in grado di proseguire gli studi a causa dei problemi finanziari. Progettava di unirsi ad altri dalit che stavano partendo per Hyderabad per lavorare nel campo delle costruzioni, ma ha avuto la fortuna di incontrare la signora Nilam Devi, l’animatrice di un centro di assistenza sociale. Lei l’ha portato alla St. Joseph e Pawan è stato ammesso al programma di educazione informatica di base. Siccome mostrava molto interesse per la pittura e il disegno al computer, li ha imparati molto velocemente. Dopo il completamento del corso, è stato aiutato dal coordinatore del corso a ottenere lavoro in una tipografia locale come disegnatore. Ora guadagna 8.000 rupie al mese, una grande fonte di reddito per la sua famiglia.