Punavasal, India: salute e promozione sociale
Un dispensario non è solo un luogo dove si va per essere curati, ma anche alla ricerca di conforto, di informazioni, di aiuto per affrontare tante difficoltà: tutti gli abitanti di Punavasal (Tamil Nadu) sanno che lì troveranno una vera accoglienza! Suor Pauline ci racconta alcune delle attività svolte, ponendo l’accento soprattutto sull’aspetto sanitario.
Il nostro dispensario è aperto tutti i giorni, mattina e pomeriggio, ma apriamo anche a chi si presenta di notte. Il numero di pazienti varia da un giorno all’altro e soprattutto stagionalmente, ma la media è di 30-40 persone al giorno. Tutti loro hanno grande fiducia nei trattamenti offerti dalle suore, ma quando si presenta un caso grave, chiediamo loro di andare in ospedale. Chi viene al nostro dispensario si aspetta di essere curato gratuitamente ma questo non è possibile e quindi chiediamo a tutti di contribuire pagando almeno in parte le medicine. Solo quando vediamo casi di estrema povertà, regaliamo i farmaci (acquistiamo i medicinali da centri di vendita all’ingrosso per avere un prezzo ridotto).
Nel nostro villaggio visitiamo i malati e gli anziani, indipendentemente dalla religione, e forniamo le necessarie cure mediche e l’assistenza domiciliare. Durante l’anno invitiamo il personale degli ospedali vicini per programmi di sensibilizzazione in campo igienico sanitario, controlli medici per la prevenzione, insegnare ai genitori come prendersi cura dei propri figli deboli o malati.
Ci sono anche alcuni casi di lebbra nel nostro villaggio (ma per fortuna questa malattia è quasi sradicata in questa zona). L’anno scorso ci siamo imbattute in un’anziana signora di nome Virudhambal… Viveva da sola in una piccola capanna del suo gruppo religioso. Ha tre figli, ma nessuno di loro voleva prendersi cura di lei. La sua condizione era molto patetica: ci siamo rese conto che aveva bisogno di cure mediche e sanitarie, ma anche di cibo. Il caso di Virudhambal era molto complicato: la nostra sorella infermiera ha pulito la ferita alla gamba, con grandi vermi. Era una vista orribile e l’odore… Per un anno le suore si sono prese cura di lei, fornendole cibo nutriente (gli stessi pasti che consumavamo al Convento) e cure mediche. L’abbiamo vista migliorare piano piano; Virudhambal è diventata serena e felice. Anche la ferita si è rimarginata e ha potuto camminare con il sostegno di un bastone. Essendo indù, non riusciva a capire come le suore potessero essere così premurose. Le abbiamo detto che siamo seguaci di Gesù Cristo, che ha toccato e guarito i lebbrosi e vedevamo Gesù in lei. Le abbiamo parlato di alcune brave persone che ci sostengono per aiutare chi è in grosse difficoltà. Poi lei ha cominciato a pregare per tutti voi e ha cominciato ad innamorarsi di Gesù. Così abbiamo continuato ad aiutarla con i farmaci, il sostegno finanziario, il cibo nutriente e l’assistenza sanitaria, quando all’improvviso è peggiorata ed è morta. Ma è stata una morte serena e felice, ben diversa da quella che la aspettava.
Ci occupiamo anche dei casi in cui si è costretti a letto. Se qualcuno non può venire al dispensario, andiamo a casa sua e facciamo tutto il necessario. Così è stato per Vijayan, un ragazzo indù, che aveva avuto un incidente e non era in grado di camminare. A poco a poco è riuscito a muoversi sulla sedia a rotelle e gestire tutti i suoi lavori come cucinare e fare giardinaggio. Poi all’improvviso abbiamo saputo che non c’era più. Possedeva un piccolo terreno e una casetta. Temiamo che, per appropriarsi dei suoi beni, i parenti lo abbiano fatto sparire.
Cari amici: avremmo ancora molto da scrivere e da condividere, le esigenze in questo villaggio sono così vaste! Quando potrete venire qui, per avere un’esperienza diretta della situazione del villaggio? Aspettiamo di conoscervi di persona, non vediamo l’ora di incontrarvi qui per avere la gioia di condividere la nostra missione. Siamo in grado di fare tutti questi servizi ai poveri perché voi collaborate con noi nei nostri ministeri. Senza il vostro sostegno non saremmo in grado di fare nulla poiché non siamo ancora una comunità che genera reddito e gli abitanti del villaggio sono molto poveri.
La gratitudine è un atteggiamento del cuore. Alziamo i nostri cuori a Dio per ringraziarlo della benedizione che riceviamo attraverso di voi.