Guntur, India: una capretta per uno scolaro
Aiutiamo mamme sole a trovare una fonte di reddito in modo che non siano costrette a mandare a lavorare i loro bambini. Doniamo una capretta e lasciamo uno scolaro sui banchi!
Il lavoro minorile in India è una questione di diritti umani che dovrebbe interessare il mondo intero. È un problema serio, con molti bambini che lavorano in fabbriche di tappeti, nel settore agricolo, in fornaci di mattoni, cave, fabbriche tessili… Secondo le statistiche del governo indiano ci sono 20 milioni di bambini lavoratori nel Paese, mentre altre agenzie sostengono che siano 50 milioni.
Le cause del lavoro minorile sono la povertà, l’analfabetismo dei genitori, l’apatia sociale, lo sfruttamento del lavoro a basso costo e non organizzato. È come un serpente che si morde la coda: gli adulti poco istruiti hanno spesso difficoltà a trovare lavoro perché i proprietari delle fabbriche trovano più vantaggioso assumere bambini a tariffe economiche e senza problemi sindacali; così mandano i loro figli al lavoro per mantenere la famiglia; ma i bambini lavoratori diventano adulti poco istruiti…
Soprattutto nelle famiglie dove non c’è il padre, i figli sono mandati a lavorare già a 10-12 anni perché le madri non possono guadagnare a sufficienza. I bambini iniziano la loro vita conoscendo a malapena il piacere dell’infanzia, a loro è negata ogni opportunità di istruzione, di svago e di vita sana. Nei villaggi poveri della Diocesi di Guntur questo problema è molto diffuso: in teoria il tasso di iscrizione scolastica è piuttosto alto, ma il numero di bambini che terminano il primo ciclo scolastico è basso a causa degli abbandoni. Questo porta a un circolo vizioso, perché gli adulti non istruiti non si rendono conto del danno che fanno non mandando i loro figli a scuola e così le miserie della generazione presente passeranno alle generazioni future.
In questi villaggi le donne vedove o abbandonate dai mariti sono le più svantaggiate, dovendo sostenere da sole tutte le spese della famiglia. Per modificare la situazione, la Diocesi di Guntur ha deciso di accogliere il suggerimento di un gruppo di donne e donare a queste madri sfortunate una coppia di capre da allevamento. Costruire un capanno per alloggiarle è molto semplice e sarà costruito direttamente da loro con materiali disponibili localmente a basso costo come il bambù. Anche il mangime può essere trovato a basso costo o direttamente raccolto lungo la strada.
Le donne sole avranno così un reddito certo, che si rinnoverà di anno in anno. L’indipendenza economica è senz’altro il principale mezzo di emancipazione delle donne e consentirà loro di mantenere la famiglia senza ricorrere al lavoro minorile. Ci sembra anche molto bello che il suggerimento sia venuto da un gruppo di donne: in India ci sono molti di questi gruppi (chiamati di auto-aiuto) in cui le donne si riuniscono sotto la guida di un esperto per aumentare la propria autostima, sostenersi a vicenda, risparmiare tutte insieme e dare poi modo a qualcuna di avviare attività redditizie.
Nel costo complessivo del progetto, oltre all’acquisto delle caprette da distribuire, è considerata anche una formazione iniziale per le donne: sarà loro spiegato come allevare e curare gli ovini, ma anche come risparmiare e investire l’eventuale reddito in eccesso.
Grazie a questo progetto, molti bambini di età compresa tra 6 e 14 anni frequenteranno la scuola senza doverla abbandonare e torneranno in aula tanti piccoli lavoratori; migliorerà l’alimentazione di molte famiglie; si libereranno posti di lavoro che andranno agli adulti (come è giusto).
Per donare una coppia di caprette servono circa 100 euro, con questo progetto vorremmo aiutare almeno 70 mamme sole (codice 802B). Eventuali offerte in eccesso andranno a tanti altri microprogetti di promozione della donna che si svolgono continuamente in tanti Paesi e che spesso contemplano il dono di animali da latte, macchine da cucire, altri strumenti che consentano a una donna di raggiungere l’autonomia.