Pasqua 2021
Padre Pesce ha sempre considerato importante l’educazione, la comunicazione e la condivisione dei progetti. Per questo sin dagli inizi ha voluto tenere informati tutti i membri della grande famiglia del Gruppo India su cosa si stava realizzando e sulle necessità da affrontare.
Ben presto la comunicazione si articolò con l’invio di quattro circolari annue. Purtroppo non tutto questo materiale è stato conservato ma, in occasione dei 40 anni del Gruppo India, pensiamo importante riportare alcuni stralci di quanto p. Pesce scriveva, al rientro da viaggi in India, nella circolare del settembre 1988 e in quella scritta 10 anni dopo il primo viaggio in India, anno che coincideva con il suo 50° di vita religiosa.
dopo 37 giorni di esperienza utilissima – e spesso molto dolorosa per l’incontro con la povertà di tanti nostri fratelli – il mio primo pensiero è inviare a tutti, proprio a tutti, un grazie grande per quanto ci permettete di fare. Questo «grazie» non è formale ma è l’espressione di tanti occhi ricchi di gratitudine e di gioia di quanti sanno di essere amati e non solo aiutati.
L’operazione «adozione-borsa di studio» è veramente la salvezza per tanti bambini ed il primo grazie va al Signore che ci aiuta e ci benedice nel lavoro e a ciascuno di voi che contribuisce a fare qualcosa di veramente grande.Non è possibile fare un diario anche minimo del viaggio… Ricordo in particolare gli incontri assai belli con tanti bambini e con i lebbrosi, «nostri fratelli carissimi», che mi hanno fatto sentire come una sola famiglia e figli di uno stesso Padre insieme a voi pure lontani.
Aver toccato con mano i bisogni di tanti nostri fratelli non mi lascia in pace e vorrei trasmettere l’estrema necessità e utilità dei vostri preziosi aiuti e coinvolgere, con ogni sforzo, altre persone in questo ponte di amore. Gli occhi dei bambini incontrati sono un qualche cosa che tormenta e fa sentire tutta la vergogna del nostro esagerato benessere.
Quello che più mi preme sottolineare è la gratitudine e gioia che i vostri aiuti danno a tanti fratelli quasi sempre privi di tutto; gratitudine e gioia che non si può esprimere a parole, ma che rallegra infinitamente e nello stesso tempo fa vergognare per quanto poco noi facciamo per questi fratelli. Mi sento in dovere di sottolineare la dignità e la grandezza del povero in cui continua la sofferenza di Gesù ed è Lui che dobbiamo vedere in questi fratelli, è il cuore che dobbiamo donare: la carità ha significato se fatta con sacrificio e con un cambiamento di vita e se il povero che aiutiamo avrà un posto grande nella nostra preghiera e nella nostra comunione.
Una notizia personale: quest’anno compio 50 anni di vita religiosa. Il mio primo pensiero è di ringraziamento al Signore che si serve di «servi inutili» e nonostante i miei numerosi limiti mi ha chiamato a servirlo e a lavorare per il Regno dei Cieli, ancora grazie al Signore che mi ha dato una famiglia che mi ha insegnato ad amare Dio e a dare un significato alla mia vita, mettendola al servizio degli altri.
Auguriamo a tutti un buon cammino in questa Quaresima, per andare incontro al Signore Risorto.
Buona Pasqua a tutti!
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