Beirut, Libano: cisterne per sfamare le famiglie
Aggiornamento marzo 2022: una volta ricevuto il nostro contributo sono state avviate le pratiche per avere tutte le autorizzazioni. Data la situazione sanitaria e la complessità delle formalità amministrative presso il Ministero dell’Energia e dell’Acqua, l’iter ha richiesto tempo e infine la risposta è stata negativa per una nuova normativa del Governo libanese che vieta la perforazione dei pozzi in alcune zone, tra cui quella di Baabda. Questo ha portato a una revisione del progetto che ora prevede l’installazione di due serbatoi di accumulo dell’acqua (questo non richiede alcun permesso o autorizzazione). Abbiamo ovviamente accolto la richiesta di suor Pascale di cambiare la destinazione del dono e utilizzarlo per l’acquisto di due cisterne e relative attrezzature (tubazioni, pompa, quadro elettrico, ecc.).
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Per una crisi economica senza precedenti, le condizioni di vita dei libanesi peggiorano rapidamente, al punto che alcuni tra i più vulnerabili rischiano di morire di fame… bisogna fare qualcosa subito! La proposta è quella di scavare un pozzo e coltivare un terreno (ora non sfruttato) per avere ortaggi e verdure con cui sfamare almeno alcune famiglie.
La situazione economica del Libano sfugge rapidamente di mano: l’inflazione e il tasso di povertà sono esplosi in poche settimane. Le riserve della Banca del Libano in valuta dollaro (a cui la lira libanese è indicizzata) sono al livello più basso, il debito pubblico è diventato insostenibile; di fronte a questa situazione, le banche hanno limitato i prelievi e i trasferimenti in dollari da novembre.
Prima della crisi, il tasso di cambio era di 1500 lire per dollaro. Attualmente il dollaro vale tra le 12.000 e le 14.000 lire sul mercato nero e il tasso sale ogni giorno. Ciò comporta una perdita di potere d’acquisto e un notevole impoverimento della popolazione. La svalutazione della lira libanese ha fatto esplodere i prezzi dei prodotti di base, l’80% dei quali importati. La carne è diventata un bene inaccessibile per la maggior parte dei libanesi. Anche frutta e verdura hanno un costo proibitivo. Uno stipendio che, prima della crisi, poteva equivalere a 2.000 dollari, ora ne vale solo 200 a causa della svalutazione.
La classe media, che fino ad ora viveva in modo confortevole, è la più duramente colpita. Una gran parte della popolazione non riesce più a far quadrare i conti, molti cadono in depressione perché non sono in grado di garantire il cibo ai loro bambini. Secondo gli ultimi dati statistici il 60% della popolazione libanese vive al di sotto della soglia di povertà e oltre il 20% al di sotto della soglia di povertà estrema. Profonda è anche la sofferenza di queste famiglie di fronte al vicolo cieco creato dai politici del Paese, su cui poi ha infierito anche la pandemia di Covid-19 che ha peggiorato ulteriormente la situazione.
Da questa crisi è nato il progetto agricoltura delle Suore della Carità di S. Giovanna Antida. La scuola “Besançon” di Baabda (sobborgo di Beirut) ha un terreno finora sfruttato in modo insufficiente, per la mancanza delle attrezzature necessarie, ma si vorrebbero aiutare, per quanto possibile, le famiglie impoverite dalla situazione e che piangeranno per la fame (in particolare le famiglie che abitano lì vicino e quelle dei dipendenti della scuola).
Su questo terreno si possono coltivare tutti i tipi di ortaggi: pomodori, cetrioli, melanzane, prezzemolo, zucchine, cipolle, aglio, fagioli e fave… Ma affinché il progetto abbia successo, c’è bisogno di un apporto regolare di acqua che l’acquedotto di Beirut non è in grado di garantire. Nasce quindi l’esigenza di scavare un pozzo sulla proprietà per riuscire nel progetto agricoltura. Il Gruppo India ha promesso un contributo di € 8.000 e chiunque voglia collaborare può inviare il suo dono indicando in causale il codice 882P o “pozzo Libano”.
Dato l’alto costo della vita e i gravi problemi che abbiamo attualmente in Libano, non possiamo da sole provvedere a questo progetto, motivo per cui, come sempre, chiediamo il vostro aiuto e vi preghiamo di considerare il vantaggio che il pozzo porterà per sfruttare la terra in questo periodo di crisi economica senza precedenti in Libano.
Con grande gratitudine e ammirazione per il sostegno che ci state dando,
Suor Pascale Khoury
Superiora Provinciale delle Suore della Carità S. Antida (Provincia d’Oriente)