Guntur, India: donate le caprette
Nei villaggi di Guntur 60 famiglie hanno ricevuto in dono una coppia di caprette e tutte le informazioni utili al loro allevamento. Queste famiglie hanno subito visto un miglioramento nella loro vita: il latte completa la loro alimentazione e il surplus può essere venduto facilmente.
Il dono di caprette, bufale o altri animali domestici è diventato ormai abituale per il Gruppo India perché contribuisce alle entrate di una famiglia, senza richiedere grossi investimenti iniziali. Sono soprattutto le donne a occuparsi dell’attività e anche questo è un valore aggiunto sulla via della promozione femminile; prima di ricevere gli animali sono formate sulle corrette modalità di allevamento: alimentazione, cura, vaccinazioni…
Ogni anno ci sono famiglie che possono migliorare il loro tenore di vita in tanti angoli del mondo, perché questo microprogetto è parte integrante degli sforzi di tante missionari e missionarie. È quindi sempre possibile contribuire, indicando la causale capretta o bufala: l’offerta sarà parte integrante del dono inviato annualmente ai nostri amici missionari che lo gestiranno secondo le specifiche necessità e situazioni. Ogni tanto lanciamo un progetto più esteso, che copre le necessità di tante famiglie come abbiamo fatto l’anno scorso per le campagne intorno a Guntur.
Qui l’estrema povertà ha gravi effetti negativi sull’istruzione dei bambini perché tanti sono avviati al lavoro minorile. In questo modo la povertà e la discriminazione basata sulla casta continuano ad escluderli dai servizi pubblici. In questi villaggi sono rimaste solo persone di casta bassa, non istruite, scarsamente alfabetizzate e destinate a rimanere in questa situazione se non interviene un fattore esterno a rompere il ciclo vizioso. Padre Chinnaiah Pudota (direttore del “PTC – Pastoral Traning Center” della Diocesi) ha selezionato le famiglie in base al rischio di abbandono scolastico dei bambini, che spesso restano a casa per risparmiare sulle spese o sono addirittura avviati al lavoro minorile. È riuscito ad aiutare 60 famiglie, donando a ciascuna un paio di caprette.
Come esempio ci ha inviato la storia di Bhulakshmi, una donna di 38 anni che vive nel villaggio di Namburu con marito, due figli e i suoceri ormai anziani. La figlia maggiore ha abbandonato la scuola all’età di 13 anni, per dare una mano in casa visto che i genitori lavorano e i nonni sono anziani; il fratello minore ancora continuava, ma anche lui stava per abbandonare gli studi. La famiglia non possiede terra e l’unica fonte di sostentamento è quella da braccianti: moglie e marito vanno a lavorare a giornata nei campi altrui, ma non sempre trovano chi li assuma e comunque non guadagnano a sufficienza per mantenere una famiglia di sei membri. “Avevano solo una piccola capanna e nient’altro per loro; la povertà è l’unica cosa che possiedono”. Bhulakshmi ha partecipato ai corsi di formazione organizzati dal PTC e ringrazia sinceramente il Gruppo India che attraverso questo Centro le ha donato 2 capre. Ha detto che è stato facile allevare capre rispetto ad altri animali; è felice di guadagnare un reddito extra attraverso la vendita di latte e concime, con un costo quasi nullo. La sua vita è diventata un dono per se stessa e per gli altri. Ricorda il Gruppo India e il PTC con gratitudine perché sono diventati un catalizzatore per il cambiamento della sua vita e le consentono di continuare a mandare suo figlio a scuola ogni giorno.