Aggiornamento profughi Ucraina
Aggiornamento gennaio 2024: è un po’ che non vi diamo aggiornamenti, ma questo solo perché la situazione si era in qualche modo “stabilizzata” nella sua precarietà. Nei mesi scorsi la situazione a Sighet (Romania) è peggiorata perché a settembre 2023 è terminato un contributo statale per i rifugiati che potevano così ripagare l’ospitalità di alcune famiglie locali, partecipando almeno in parte alle spese. Non tutte le famiglie rumene possono continuare l’ospitalità in maniera gratuita e molti profughi si sono ritrovati una volta di più senza un tetto, soprattutto mamme e bambini che non sapevano dove andare, cosa mangiare, come curarsi…
La Congregazione Madre di Dio ha ricevuto nuovamente richieste per ospitare questi rifugiati, ha locali attrezzati per offrire alloggio fino a 15 persone (sempre mamme e bambini) ma purtroppo non ha le risorse economiche per sostenere tutte le altre spese (cibo, riscaldamento, bollette di luce e gas più elevate…). Questo l’appello che suor Adriana ha inviato al nostro presidente:
Per questo Le chiedo nuovamente di aiutarci affinché anche noi possiamo andare incontro ai profughi. Il nostro aiuto continuerà ad essere dato alle mamme con bambini. Al momento offriamo alloggio a 9 persone: 4 madri e 5 bambini. Come vi ho detto, ci stanno arrivando nuove richieste, tanto che la settimana scorsa abbiamo dovuto rifiutare, per mancanza di fondi, due mamme con 3 figli.
Noi non ci siamo tirati indietro e grazie a quanti hanno continuato a inviare offerte abbiamo potuto mantenere il nostro impegno, che rende possibile dare un minimo di serenità a tante persone che vedono la propria vita stravolta.
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Abbiamo ricevuto degli aggiornamenti da Sighet (Romania) dove sosteniamo alcune case famiglia delle suore Maica Domnului e dei Gesuiti che stanno dando accoglienza ai profughi ucraini: c’è chi sosta solo per poche ore durante il loro viaggio e chi ha scelto di fermarsi in questa cittadina proprio al confine con l’Ucraina. Nelle foto il pranzo di Pasqua con le suore che cercano in tutti i modi di regalare attimi di serenità…
Carissimi Amici e benefattori, a oltre due mesi dall’inizio del conflitto russo-ucraino, vi scrivo per aggiornarvi su quanto compiuto a Sighet grazie al vostro sostegno.
Secondo le statistiche municipali, sono passati finora attraverso la frontiera Soltvino (Ucraina) – Sighet (Romania) oltre 70mila profughi. La gran maggioranza è diretta verso altre mete ma sono rimasti in città oltre 2000 ucraini che sperano nel cessate il fuoco e in un accordo di pace per poter far ritorno alle proprie case.
Facciamo nostre le parole di papa Francesco: “La vera risposta non sono le armi, altre sanzioni, altre alleanze politico-militari, ma un’altra impostazione, un modo diverso di governare il mondo ormai globalizzato – non facendo vedere i denti, come adesso -, un modo diverso di impostare le relazioni internazionali. Il modello della cura è già in atto, grazie a Dio, ma purtroppo è ancora sottomesso a quello del potere economico-tecnocratico-militare”.
Tra i modelli di “cura” indicati dal Papa c’è lo sforzo compiuto da tanti, cittadini privati, associazioni e famiglie religiose che si stanno prodigando in una gara di solidarietà verso chi oggi è messo in croce. Attualmente abbiamo nelle nostre case quattro nuclei familiari di profughi accolti stabilmente. Vengono da Mariupol, divenuta nel frattempo una città-fantasma, da dove sono riusciti a scappare miracolosamente e non sanno dove andare. Da noi potranno restare tutto il tempo che sarà loro necessario, senza limiti.
Transitano quotidianamente tanti profughi che trovano aiuto nelle nostre case e in altre strutture religiose presenti in Sighet: chi sta lì assiste con pena e preoccupazione. Anche se si fermano solo per una due notti, dai loro sguardi e dai loro racconti emergono domande che ci inquietano. Dove andranno? Quando potranno ritornare alle proprie case, quanto ci vorrà per ricostruire città e villaggi praticamente rasi al suolo? Quanto ci vorrà per risanare le ferite che hanno marcato a fuoco il popolo ucraino e lo stesso popolo russo?
Ringraziamo di tutto cuore quanti hanno contribuito e seguitano a sostenere i nostri sforzi di accoglienza. Non allentiamo l’attenzione al riguardo, perché tutto lascia prevedere che l’emergenza sarà ancora molto lunga.
Il Signore vi benedica,
P. Massimo Nevola S.I.
Non molto diverso è il racconto di suor Adriana che ci parla anche del coraggio di due mamme:
La situazione qui a Sighet è per ora stabile nel senso che da qualche settimana non ci è chiesto di ospitare tanti profughi come prima. Nella nostra casa ci sono adesso 32 persone, famiglie, madri con i loro bambini e alcuni anziani.
Tutti loro hanno chiesto settimane fa di rimanere qui con la speranza che la guerra finisca presto. Alcuni di loro lavorano… non tutti però, poiché è difficile conciliare tanti aspetti nella situazione presente.
Vi posso raccontare la storia di due madri. Una di loro, Katerina è arrivata qui insieme a sua figlia, Dasha Cameliia, e sua sorella, Anastasia. Le abbiamo accolte il 14 marzo dopo un lungo viaggio di due settimane da Odessa, al confine con la Moldavia. Dasha non sapeva, non era cosciente di quello che succedeva nel suo Paese, quindi insisteva chiedendo sua madre dove stavano andando. E lei le aveva risposto che stavano cercando Bambi, il personaggio Disney. E siccome quello tardava ad apparire, la madre le disse che finché non lo trovavano, non si potevano fermare. E qui a Sighet uno dei volontari che accoglieva i profughi teneva tra le mani Bambi, appunto. Certo, la bambina l’aveva visto subito e quindi hanno deciso di fermarsi qui. Ora, la madre ha trovato un lavoro in un hotel ristorante e fa la cameriera.
La seconda donna, sempre una madre, aveva già due figlie; ha partorito un maschietto, Stefano, il 25 aprile. Purtroppo siccome lei aveva avuto il Covid nel primo mese di gravidanza, il bambino ha un trombo nel cuore e i medici hanno deciso di inviarlo a Cluj-Napoca per essere curato. Adesso la madre è tornata da noi, è forte e aspetta che suo figlio guarisca e torni quanto prima da lei. Speriamo di vederlo presto!
Ecco allora, alcune notizie sulla situazione che purtroppo – e vi chiedo scusa – arrivano un po’ tardi in queste circostanze, ma non dubito che voi mi capiate. Grazie!
Cordialmente,
suor Adriana Rus