Shire (Etiopia): emergenza Tigray
Da novembre 2020 si combatte una guerra feroce in Tigray: una guerra di cui quasi nessuno parla, anche perché la zona è stata completamente isolata (bloccate le linee telefoniche, l’accesso a Internet, impossibile entrare e uscire…). Di recente questi blocchi si sono leggermente allentati e ci sono arrivate due testimonianze sulla situazione drammatica che vivono i tigrini: una da don Thomas (Hagos) Woldeselassie Fissuh (uno dei tanti sacerdoti cui affidiamo le intenzioni per Sante Messe che riceviamo) e una da suor Monica, delle suore della Carità di Santa Giovanna Antida, che sosteniamo nel loro Centro Nutrizionale di Shire dove si fanno carico di tanti bambini malnutriti, già prima di questa emergenza.
Qui trovate la lettera del 17/7/2022 di Abune Tesfaselassie Medhin, Vescovo dell’Eparchia di Adigrat, che ci è stata trasmessa da don Thomas, mentre il testo di suor Monica lo trovate integralmente in questa pagina.
“…dovremmo sentirci indignati, sfidati ad uscire dal nostro confortevole isolamento e ad essere cambiati dal nostro contatto con la sofferenza umana. Questo è il significato della dignità.” (Papa Francesco, Fratelli Tutti, N°68)
Voce della popolazione del Tigray in agonia da assedio a tutti coloro che hanno il cuore aperto all’umanità
Cari fratelli e sorelle nel nostro Padre comune, la pace sia con voi!!!
L’inizio della guerra dichiarata dalle forze federali e straniere affiliate verso il Tigray all’inizio di novembre 2020 (621 giorni ad oggi) ha portato alla devastazione di vite umane, dell’intero sistema economico, delle infrastrutture, a una grave crisi umanitaria e a una diffusa evacuazione.
Si stima che circa 7,4 milioni di persone vivano in una grave situazione umanitaria perché il Tigray è sotto assedio completo con privazione del diritto di accesso a tutti i servizi di base e agli aiuti umanitari. Solo che solo negli ultimi mesi stanno entrando alcuni aiuti umanitari, anche se in misura molto ridotta rispetto al fabbisogno esistente, tutti i servizi di base come il trasporto terrestre e aereo, le telecomunicazioni, le banche, ecc., sono ancora bloccati;
I beni ed i servizi di base non sono disponibili sul mercato o hanno un prezzo estremamente elevato, quindi inaccessibili alla popolazione. Inoltre, la mancanza di carburante e denaro associata alle sanzioni imposte dal governo federale ha impedito agli aiuti umanitari di raggiungere le persone colpite dalla guerra che vivono in diversi distretti rurali e urbani del Tigray.
Le nostre Case di formazione della Chiesa cattolica, così come le istituzioni che prestano servizio, non potrebbero fornire servizi adeguati ai fedeli e alla popolazione in generale. È estremamente difficile o impossibile fornire i mezzi di sostentamento pastorali, educativi, sanitari, umanitari, l’adattamento e la mitigazione del cambiamento climatico, ecc. previsti attraverso programmi di sviluppo sociologico.
Il continuo assedio/blocchi da parte del governo e delle forze di occupazione ci ha completamente isolati dai nostri pastori e comunità, dal resto del mondo e dalle nostre reti cattoliche internazionali. Di conseguenza, 5,2 milioni di persone sono costrette a soffrire per l’assedio da record mondiale dell’intera popolazione del Tigray sottoposta a grave malnutrizione, fame e situazione simile alla carestia.
Secondo l’ultima valutazione del Tigray Bureau of Education si stima che 1,7 milioni di studenti siano privati del servizio educativo da quasi tre anni (Covid-19 seguito da due anni di guerra).
Oltre 2 milioni di persone vivono nei centri per sfollati interni in diverse città, paesi e aree rurali del Tigray, di cui oltre 100.000 in questa città di Adigrat, con mancanza di cibo, riparo, acqua, medicine e altri bisogni primari, che portano alla disperazione, alla malattia e alla morte.
Insieme alla popolazione, al mio clero, ai religiosi e alle religiose e ai laici della diocesi, sto vivendo personalmente la sofferenza di questa guerra, assedio e blocco; non posso non alzare la voce
di fronte a questa sostenuta realtà quotidiana angosciante e dolorosa, facendomi desiderare la pace dal nostro Dio amorevole – la nostra ultima fiducia e speranza – davanti al quale mi inginocchio ogni giorno per adorare/pregare, e che ha dato la sua vita “affinché l’umanità possa avere la vita e l’abbia in pienezza” (Gv 10:10). A meno che questa situazione orribile non venga risolta nel più breve tempo possibile, siamo già e saremo testimoni dell’orrore di una crisi umanitaria ben più peggiore e testimoni della perdita di vite umane nel Tigray.
Pertanto, come parte del più ampio corpo della Chiesa cattolica universale e basata sui suoi valori e principi evangelici di giustizia sociale, la diocesi cattolica (Eparchia) di Adigrat fa appello ancora una volta al governo federale, a tutti i suoi governi esterni di sostegno, nazionali e organismi internazionali non governativi, nonché società che stanno o potrebbero contribuire in qualsiasi modo e mezzo all’allungamento di questa guerra, assedio e blocco
– a comprendere che questa continua situazione di genocidio silenzioso sta consumando ogni giorno, minuto e ora, un numero immenso di vite innocenti di bambini, donne e uomini di tutte le età; e questo è peccato grave davanti a Dio e delitto grave davanti alla legge;
– a smettere di sostenere e alimentare la continuazione di questa incredibile crudeltà e perdita di vite umane;
ed invece:
– a sbloccare e ripristinare servizi base alla popolazione del Tigray;
– a optare per pesanti pressioni/misure pacifiche sul governo;
– a intraprendere un dialogo pacifico con tutti gli organismi che prendono parte al conflitto !!!
Rimaniamo molto grati ai nostri partner locali e internazionali che forniscono supporto e a tutti coloro che stanno lavorando per porre fine a questa angosciante crisi umanitaria, nel Tigray così come altrove in tutto il paese.
Possa tu essere sempre benedetto dall’Amore e dalla Pace di Dio,
Abune Tesfaselassie Medhin, Vescovo dell’Eparchia di Adigrat