
Guntur, India: contro il lavoro minorile
Continua la lotta allo sfruttamento minorile, dando una possibilità alle famiglie povere di aumentare il proprio reddito senza dover allontanare i bambini dalla scuola per farli lavorare. Piccoli progetti di questo tipo sono frequenti in molte delle località che aiutiamo (e sono finanziati con l’aiuto economico inviato a tante missioni per lo sviluppo e le necessità locali); ogni tanto lanciamo un progetto più vasto, che abbraccia tanti villaggi e famiglie e quindi ha bisogno di un finanziamento specifico.
Già due anni fa ci avete aiutato per diffondere l’allevamento di caprette in alcuni villaggi della regione di Guntur (Andhra Pradesh) e visto il buon risultato la stessa attività sarà ora replicata in altre zone dello stesso distretto. I motivi sono sempre gli stessi: sebbene il tasso di iscrizione a scuola sia abbastanza alto, il numero di bambini che raggiungono il livello di scuola superiore è basso. La maggior parte di loro abbandona durante le scuole medie e spesso anche alle elementari. Così raggiungono l’età adulta senza una vera istruzione, senza qualifiche professionali e in condizioni di salute non buone per gli sforzi fatti e la malnutrizione. È necessario un intervento esterno per emanciparli dal circolo vizioso della povertà. Se ciò non avviene, le miserie della generazione attuale si trasmetteranno alle generazioni future.
Qui a Guntur il progetto attuale prevede l’aiuto a una cinquantina di famiglie, donando a ognuna una coppia di caprette. Raccogliamo le offerte con il codice 802B e speriamo di riuscire a restituire alla scuola tanti bambini!
Tra i tanti possibili animali, la scelta è cadute sulle capre, dette le “mucche dei poveri”: sono resistenti e prosperano in condizioni difficili, dove pecore e bovini non riescono; sono facili da allevare anche perché mangiano quasi tutto; si riproducono rapidamente e sono una fonte di concime; forniscono latte sano e nutriente e carne per il consumo familiare o per la vendita. Tra l’altro, per motivi culturali, il numero di persone che consumano chevon (carne di capra) è superiore a quello delle carni bovine. Le donne coinvolte nel progetto non ricevono solo una coppia di caprette, ma anche informazioni sull’allevamento e sulle vaccinazioni.
La fattibilità del programma di allevamento delle capre da parte delle donne povere è stata studiata e poi messa in pratica in altre zone della regione e si è rivelata vincente. Il tutto è facilitato dai gruppi di auto-aiuto di donne nei villaggi. Questi gruppi sono organizzati in forma di autogestione, con una presidente, una segretaria e una tesoriera. L’obiettivo di questi gruppi, al di fuori del mutuo soccorso, è sensibilizzare le donne a difendere i propri diritti e incoraggiarle ad assumersi delle responsabilità nella loro comunità. La maggior parte di loro non è istruita ed è necessario aiutarle a prendere coscienza del loro posto come donne in questa società, scoprendo così i mezzi a loro disposizione per affermarsi e aiutarsi a vicenda.