Kisangani, R.D.Congo: emergenza guerra
Sospeso: per il momento abbiamo terminato la raccolta fondi, avendo raggiunto la somma che avevamo previsto. Non è ancora chiaro se ci sarà bisogno di un ulteriore aiuto, nel qual caso riapriremo la raccolta. Intanto grazie a quanti hanno collaborato!
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I telegiornali ci parlano di alcune guerre, ma tante altre sono combattute ogni giorno nel mondo e non fanno notizia perché sono più lontane geograficamente o perché non hanno ripercussioni economiche sulla nostra vita. Ogni tanto l’eco di alcuni di questi conflitti giunge fino a noi, veicolato da messaggi disperati dei tanti eroici missionari che aiutiamo. Quest’estate è stata suor Bruna Piva, una Canossiana che da oltre 50 anni si trova a Kisangani (R. D. Congo), che con una serie di brevi messaggi su WhatsApp ci raccontava di un gruppo di bambini rimasti orfani per una lotta tribale scoppiata sull’altra riva del fiume Congo e portati in città da persone di buon cuore. L’abbiamo subito aiutata, per portare del cibo agli orfanotrofi improvvisamente affollati e per sostenere le famiglie disposte ad adottare i piccoli ma non in grado di pagare le tasse necessarie.
La situazione però è peggiorata, neanche l’intervento dell’esercito regolare ha posto fine a questa guerra. A Kisangani arrivano ogni giorno profughi fuggiti da un orrore di scontri all’arma bianca, che coinvolge centinaia di persone, donne e bambini compresi, con case distrutte, incendiate… colpi di machete che troncano mani e braccia, ferite gravissime… abbiamo visto le prime foto, poi non ne abbiamo più avuto il coraggio. A metà dicembre suor Bruna aveva alle sue porte 1.400 profughi, altri 2.000 erano ospitati in un altro centro a 20 chilometri di distanza, altri ancora stanno vagando in cerca di un posto sicuro.
Sono persone che portano con sé solo il loro dolore, lo sgomento, la paura. Sono persone che hanno bisogno di tutto: un posto dove fermarsi, un po’ di cibo per rifocillarsi, cure mediche, abiti, un abbraccio fraterno. Si prende note di quanti arrivano ogni giorno, distinti per gruppo d’età e sesso, per poter procurare loro degli abiti e quando si riesce un alloggio. Tanti a Kisangani si sono mobilitati, come una pediatra che aveva studiato al liceo delle Canossiane e ora presta la sua opera gratuitamente per curare i bambini che arrivano… Ma l’ondata di profughi è troppo numerosa, non si riesce a far fronte all’emergenza senza un sostegno dedicato a questa situazione drammatica.
Ogni dono consente di portare un barlume di speranza in una situazione gravissima dove la luce sembra lontanissima… Grazie a quanti decidono di non chiudere il proprio cuore e portare aiuto a questi fratelli che non hanno più nulla, se Cristo nascesse oggi forse lo farebbe proprio sulla riva di questo fiume… Auguriamoci che questo Natale porti la pace, che la Luce illumini le coscienze.
Raccogliamo le offerte con il codice 330E.