Atakpamé, Togo: quasi 3.000 bambini a scuola
Atakpamé è una città del Togo, capoluogo della regione degli Altopiani. Qui il programma di studi prevede 6 anni alle elementari, 4 alle medie, 3 alle superiori. La diocesi è molto impegnata nel settore dell’istruzione e ha creato una rete di scuole per accogliere tanti bambini e ragazzi, dando un insegnamento di qualità superiore a quello delle scuole statali e coprendo anche tanti villaggi non raggiunti dalle strutture pubbliche. Tramite padre Jean Edoh (un sacerdote togolose che ha studiato in Italia) il Gruppo India sostiene cinque scuole elementari in altrettanti villaggi e il Collège Saint Jean-Paul II, scuola media ad Atakpamé; in totale sono quasi 3.000 i bambini che possono studiare e una parte di questi può farlo solo grazie all’iniziativa “adozione-borsa di studio”.
Il Collège Saint Jean-Paul II è considerato un’eccellenza anche dal governo, un modello da seguire. È piuttosto recente, infatti i primi esami di licenza si sono svolti nel 2019, e la percentuale dei promossi è sempre altissima, spesso tutti superano l’esame di stato e molti hanno ottimi voti. Alcuni dei primi diplomati sono arrivati all’università e questo è merito delle buone basi che hanno ricevuto e del fatto che molti ragazzi sono seguiti anche quando vanno alle superiori perché si iscrivono a un liceo la cui preside è consorella della preside della Saint Jean-Paul II. È molto bello anche il clima che si è creato: ogni anno il 22 ottobre (festa di S. Giovanni Paolo II, cui è dedicata la scuola) tutti gli ex-alunni si ritrovano e portano in dono materiale scolastico; alcuni si offrono come tutor nei 2-3 mesi che precedono gli esami finali. Nonostante le difficoltà che incontrano i ragazzi del Togo, sono tanti i giovani che hanno concluso gli studi e hanno ora un buon lavoro (Akakpo, Esanem…) e altri seguono le loro orme (guarda il video ).
L’eccellenza di questa scuola media ha portato anche il governo a investire su di essa facendosi carico di una parte degli stipendi degli insegnanti. Questo permette all’istituto di accettare un maggior numero di ragazzi che non avrebbero le possibilità economiche di pagare tasse e materiale scolastico.
Anche i risultati delle scuole elementari sono molto buoni (mediamente il 98% dei promossi): per questo molti genitori preferiscono mandare i figli in queste scuole, anche se devono pagare qualcosa mentre le statali sono gratuite.
Le scuole elementari sono a: Fin Digue, Atchade Kope, Atchou Onougbo (costruita col contributo di alcuni amici del Gruppo India), Abi, Akpare. Tutte queste scuole hanno 6 classi, tranne Akpare che ne ha 12. Vicino ad Atchou Onougbo c’è un altro piccolo villaggio, separato da un ruscello e i genitori hanno paura che i figli attraversino il guado nella stagione delle piogge. Per questo motivo hanno costruito una piccola scuola in loco che accoglie i primi due anni delle elementari (gestita in proprio); poi dalla terza elementare i bambini vanno alla scuola diocesana.
Le scuole hanno tutte un orario molto lungo per le lezioni, dalle 7 alle 17:30, con tre ore di pausa per il pranzo. Solo la scuola media ha una mensa (a pagamento) perché i ragazzi vengono anche da lontano e non potrebbero tornare a casa (è stato anzi necessario organizzare un servizio di trasporto scolastico per quelli che abitano più lontani, nei villaggi).
Il programma di studi è molto aderente a quella che sarà la vita di questi ragazzi e già alle elementari si studia anche agricoltura, mentre alle medie si passa all’allevamento di animali. Circa i 2/3 degli alunni che terminano le elementari proseguono alle medie, poi la metà circa di questi va alle superiori. Le superiori sono solo ad Atakpamé: un istituto di suore e uno di fratelli accolgono gratuitamente i ragazzi meritevoli, ma solo per le lezioni: se vengono da villaggi lontani si devono cercare e pagare un alloggio in città e questo riduce le possibilità di studio.
La diocesi ha creato oltre 100 scuole elementari, per dare la possibilità anche ai bambini delle zone rurali di ricevere una buona educazione, ma nel prossimo futuro una decina saranno abbandonate perché hanno troppi pochi iscritti. Il governo non aiuta queste scuole e quindi il costo non è sostenibile se non si possono riempire le aule. Le strutture saranno lasciate alla gestione dei villaggi che cercheranno di mandarle avanti da soli (in molti casi l’ipotesi è di offrire alloggio e terreno coltivabile agli insegnanti al posto dello stipendio per ridurre le spese). Resteranno sicuramente aperte e sempre seguite dalla diocesi le cinque scuole elementari che possono contare sull’aiuto economico del Gruppo India.