Soddo, Etiopia: un rifugio per le donne
È stata completata la costruzione del dormitorio dedicato alle donne sole a Soddo: un rifugio sicuro per loro e per gli eventuali figli; l’inizio di una nuova vita, lontane dalla strada.
Abba Marcello Signoretti ci aveva chiesto di collaborare per coprire quanto mancava a concludere i lavori dopo che alcune promesse di finanziamento non erano state onorate. Ora il dormitorio è stato completato e può iniziare l’ospitalità. Non è solo un posto dove dormire, ma la premessa di una rinascita come ci spiega abba Marcello nella lettera che ci ha scritto per dare la bella notizia e ringraziare per il supporto ricevuto, minoritario rispetto al costo totale del progetto, ma fondamentale per arrivare alla sua conclusione. Quanto segue è tratto dal suo messaggio.
Il fenomeno della violenza sulle donne, con abusi e stupri, è in incremento in Africa, in particolare nei centri di medie-grandi dimensioni dove anche le donne si trasferiscono dai villaggi periferici, in fuga dalla povertà e alla ricerca di condizioni di vita più dignitose. Spesso la realtà contrasta coi sogni: molte fanno fatica a ottenere un’occupazione e quando riescono sono lavori saltuari e con redditi che non consento un dignitoso tenore di vita; altre trovano lavoro come domestiche presso le famiglie, senza ottenere alcun compenso se non la possibilità di usufruire di vitto e alloggio.
In queste condizioni spesso capita che siano anche violentate e poi allontanate. Costrette a vivere in strada, abbandonate anche dalla famiglia di origine, per molte l’unica alternativa per avere un reddito è la prostituzione.
Visto il crescente numero di donne che si trovano in queste condizioni disastrate abba Marcello ha pensato e realizzato, unitamente al Vicariato Apostolico di Soddo, la costruzione di un dormitorio dove le persone accolte (circa 50/60) potranno avere un riparo per la notte, evitando di dormire in strada sotto teli, cartoni o altro materiale da riparo con qualsiasi condizione meteorologica, protette da intemperie e malintenzionati. Avranno inoltre la possibilità di consumare un pasto (la prima colazione) e di usufruire dei servizi igienici (docce e toilette).
La struttura, di circa 300 metri quadri (8 stanze per i letti, stanza comune, bagni) è stata recentemente ultimata e sta diventando operativa. L’opera avrà un impatto significativo su queste donne perché accedere a condizioni di vita più dignitose e ritrovare un minimo di fiducia in se stesse sono elementi che concorrono a ritrovare speranza e dare prospettive e senso alla propria vita.
Certamente questo dormitorio non risolve il problema, ma quanto è stato realizzato non è che un primo passo di un processo di integrazione molto più ampio che prevede interventi nel settore dell’educazione, del lavoro, del sostegno psicologico e quanto altro possa servire per il recupero di queste persone. Non vanno comunque trascurate le ripercussioni immediate che tale intervento avrà sul territorio in quanto garantirà una riduzione del degrado sociale e dei fenomeni di micro-criminalità.
Grazie per l’aiuto che ci avete dato per portare a termine questo importante progetto.