
Bangui, Centrafrica: un pozzo per Talita Kum
Lo scavo del pozzo rappresenta solo il primo piccolo passo di un progetto molto più grande, una sfida che solo suor Elvira, congregazione di S. Antida, poteva immaginare e può sostenere. Si tratta infatti di creare una Casa di Accoglienza “Talita Kum” per minori carcerati, anche per colpe gravi; cioè tirarli fuori dalla prigione, farsene carico, offrire un ambiente accogliente, familiare, aiutarli a responsabilizzarsi, a studiare o imparare un mestiere e a intraprendere una vita onesta, lavorando.
Un primo progetto a favore dei minori in difficoltà è già stato realizzato dalla ONG Kizito e dal Gruppo India a partire dal 2010, a Berberati, offrendo riparo e aiuto a 30 ragazzi che vivevano per strada e che conoscevano solo la povertà e la fame, e venivano ingaggiati da bande di ribelli per rapinare, uccidere… Con l’aiuto di coppie ben salde e formate è stato offerto loro un alloggio in famiglia, la possibilità di studiare e soprattutto di essere amati. Alcuni di questi si sono anche iscritti all’università, due sono impiegati in base alla loro laurea e altri esercitano mestieri diversi in città.
Questo successo ha stimolato una lottatrice come suor Elvira a puntare più in alto: reclamare presso il Tribunale il diritto dei minori a essere protetti , seguendo i dettami dell’ONU, impedendo che vivano in carcere insieme ad adulti. Mancando strutture di questo genere, il Tribunale si è espresso favorevolmente e ha firmato un accordo con la ONG Kizito. Il primo passo è stato il dono da parte del governo di un terreno di circa 13 ettari, poco fuori la città di Bangui, per realizzare il nuovo progetto, cui le istituzioni parteciperanno attivamente, sia nella definizione che nella gestione con personale specializzato.
Il progetto prevede la costruzione di una grande “fattoria” dove 30 ragazzi troveranno alloggio; avranno possibilità di studiare e imparare mestieri; e non solo quello di agricoltori o allevatori di bestiame, ma anche quello di falegname, di meccanico, di sarto e di calzolaio.
Se a questo si aggiungono anche la possibilità di praticare lo sport, la musica, il disegno, il teatro, l’offerta è tale da permettere a ciascun ragazzo di sentirsi coccolato, amato, ma anche preso per mano e accompagnato a un reinserimento nella società, conducendo una vita onesta, soddisfacente e piena di soddisfazioni lavorative e/o ricreative. Per realizzare tutto questo collaboreranno operatori ben formati, capaci ed empatici, tecnici che insegnino loro in vari mestieri, ma soprattutto psicologi che sappiano interpretarne le sofferenze e li aiutino nel nuovo percorso di vita.
Ma senza acqua tutto questo non si realizza; non si possono neppure iniziare i lavori e per questo il Gruppo India ha deciso di sostenere il prima possibile questo progetto. I tecnici hanno già individuato il luogo dove realizzarlo e i ragazzi della ONG Kizito hanno cominciato a ripulire il terreno. Con il nostro contributo di 8.000 euro (codice progetto 886P) potremo essere orgogliosi di aver collaborato a dare vita a un progetto così grande e importante.
Purtroppo pur essendo la ONG Kizito una organizzazione riconosciuta e molto apprezzata non riusciamo ad avere finanziamenti sul posto e siamo ancora costretti a tendere la mano….abbiamo però speranza anche in questo senso se la situazione socio-politica del Paese migliorerà.
Un proverbio africano dice “i passi di coloro che camminano insieme non si cancellano mai”, grazie!
Suor Elvira