Ngaoundal, Camerun: fondo di solidarietà per l’ospedale
Dopo aver contribuito alla sua costruzione, collaboriamo alla quotidianità di questo ospedale! Desideriamo creare un fondo di solidarietà che permetta di accedere alle cure anche a chi non ha modo di pagare le prestazioni sanitarie (codice progetto 872O). Quella che segue è la testimonianza del dottor Giuseppe Puglia, un ginecologo in pensione, che ha voluto mettere la sua esperienza, la sua passione, la sua vitalità, a disposizione di questo ospedale. Si è già recato tre volte a Ngaoundal e sta organizzandosi per il quarto viaggio. Chi meglio di lui può raccontare le sfide e i successi di quest’opera cui siamo tutti invitati a partecipare?
Per la terza volta sono tornato a Ngaoundal a distanza di pochi mesi dalla precedente esperienza. Accolto con affetto dalle suore è stato bello sentirmi considerato uno di loro. Anche il personale dell’ospedale, che avevo conosciuto le volte precedenti, mi ha accolto con simpatia e affetto.
Le condizioni organizzative dell’ospedale sono migliorate nell’offerta dei servizi alla popolazione, grazie all’impegno costante e impagabile delle suore. La sala operatoria funziona per assicurare gli interventi, oltre che di routine, anche in urgenza (purtroppo ci sono ancora brevi periodi di chiusura per mancanza di medici chirurghi). La presenza di personale volontario, di figure sanitarie, è importante per assicurare la continuità della sala operatoria e per contribuire alla costante formazione del personale alla quale tanto tiene la direttrice suor Maria Grazia.
La crescita dell’offerta purtroppo contrasta con il poco reddito della popolazione. Soprattutto in alcune stagioni, non potendo coltivare i campi, le persone non riescono a pagare le modeste cifre chieste per le prestazioni e che sono indispensabili per pagare la gestione dell’ospedale. Purtroppo le cure mediche sono a totale carico del cittadino poiché lo Stato non interviene in alcun modo.
Durante la mia permanenza a Ngaoundal, d’accordo con le suore, abbiamo organizzato una settimana di consultazioni ostetrico-ginecologiche gratuite in occasione della festa della gioventù, e un’altra settimana per la festa della donna chiedendo la metà del compenso per la consultazione. Nella settimana con consultazioni gratuite abbiamo effettuato circa 400 visite e abbiamo diagnosticato quasi al 20% delle donne patologie che necessitavano di intervento chirurgico urgente per la cura del caso e per evitare serie complicanze. Il dato di fatto che deve indurci a riflettere è stato che nessuna delle pazienti, dopo aver chiesto il preventivo di spesa per l’intervento, è tornata per essere operata in quanto non avevano i soldi per contribuire alle spese dell’intervento. Nella seconda settimana, essendo la consultazione a pagamento anche se a costo ridotto, sono venute solo 35 donne.
Nel periodo della mia permanenza a Ngaoundal abbiamo operato tutte le pazienti che avevano bisogno urgente di intervento chirurgico (perforazione intestinale, gravidanza extrauterine, minaccia di rottura d’utero, distocie del parto, ernie inguinali, occlusione intestinale). In questi casi si procedeva all’intervento per salvare la vita al paziente …anche se era insolvente. Per loro le suore attingevano (…e continuano a farlo) a un fondo costituito da donazioni volontarie. Purtroppo i casi di questo tipo sono molti… Come andare incontro a tutti? E come sostenere poi tutte le spese per il funzionamento dell’ospedale?
Ho voluto accennare a queste situazioni che, insieme alle suore, ho più volte visto e sofferto, perché ognuno possa riflettere… Forse, nel nostro piccolo, tutti possiamo fare qualcosa, inventarci iniziative per coinvolgere parenti e amici. Con l’impegno di tanti, anche con poco, insieme possiamo contribuire a salvare vite umane.
Avendo vissuto già tre volte questa esperienza che mi ha toccato profondamente, spero di ripeterla ancora. E se anche qualche collega vorrà, per qualche tempo, mettere la sua professionalità a servizio di chi ne ha bisogno, sappia che a Ngaoundal è atteso a braccia aperte. Sarà un’esperienza forte e bella per lui/lei e sarà un prezioso aiuto per questo ospedale divenuto gradatamente operativo solo dal 4 aprile 2016.
Il mio appello è rivolto anche e soprattutto ai gruppi, associazioni e privati che, con i loro aiuti, hanno contribuito alla realizzazione dell’ospedale, perché non lo abbandonino in questa prima non facile fase, ma continuino ad accompagnarlo e sostenerlo. Vi assicuro che è molto doloroso vedere persone che avrebbero bisogno urgente di cure, ma che non vengono all’ospedale solo perché non hanno i mezzi per pagare e, quando arrivano, sono in condizioni disperate… È la sofferenza quotidiana che le suore vivono nel portare avanti la loro missione di vita a servizio dei poveri.
Grazie a chi vorrà raccogliere questo mio appello!
Tutti possiamo fare qualcosa e…
insieme possiamo fare moltissimo
per alimentare il fondo di solidarietà dell’ospedale
e per salvare tante vite umane.
Dott. Giuseppe Puglia
Per chi volesse contattarlo:
Dr. Giuseppe Puglia (ginecologo in pensione) |
Alcuni bambini curati grazie al fondo di solidarietà
Youssoufou è giunto in ospedale accompagnato dalla sua mamma, in gravi condizioni. Sono stati necessari una ventina di giorni di ricovero prima che fosse finalmente dimesso, dopo essere guarito e aver riacquistato peso.
La piccola Nathalie è stata colpita da osteomielite. Nella prima foto la vediamo appena operata, con la mamma e la sorellina; poi a distanza di un mese, in attesa che grazie a una dieta equilibrata il femore si saldasse bene; infine quasi pronta a tornare a casa. I genitori sono riconoscenti a quanti, con la loro generosa solidarietà, hanno permesso di saldare il conto della lunga degenza in ospedale.
Di tanti altri bambini non conosciamo il nome o la storia, ma ecco una carrellata di volti che dicono un grande grazie a tutti i benefattori che offrono all’Ospedale di Ngaoundal la possibilità di rispondere al grido dignitoso dei poveri.