Autunno 2024
«Il Paraguay è un Paese bellissimo e ricco dal punto di vista naturale e umano, abitato da persone estremamente accoglienti, sempre pronte ad affrontare la dura vita che li attende ogni giorno. Come dimenticare quell’uomo che, sotto la pioggia scrosciante, spingeva nel fango una carriola sulla quale sperava di caricare qualcosa trovata nelle immondizie da rivendere per riuscire a mangiare e rispondeva “Bene, grazie a Dio” alla suora che gli chiedeva come stava? I paraguayani sono così, alla ricerca di ogni modo di sopravvivere, vessati dalle multinazionali e dalla corruzione politica che li priva di tanto, ma pronti a ringraziare per ogni aiuto…
Ovunque siamo stati accolti con gioia e riconoscenza: dai bambini e dalle maestre delle due scuole di Fernando de la Mora delle Suore di S. Antida; dalle giovani ospiti di Kuñatay Roga che, provenienti da aree rurali, trovano dalle Suore Canossiane di Cambyretá un rifugio mentre si fortificano per affrontare il mondo cittadino; dalle comunità di Puerto Triunfo e Cristo Re disperse nel verde sulle rive del Paraná ma organizzate in tante commissioni per gestire comunitariamente i gravi problemi che incontrano, appoggiati nei loro sforzi dalle suore della Carità di S. Antida. Ma gli incontri che più ci hanno colpiti sono stati quelli con gli abitanti delle baraccopoli di Lambaré ed Encarnación, dove c’era solo il sorriso intimidito dei bambini a schermare la grande povertà, economica ma a volte anche umana, di chi ha lasciato la campagna per cercare un futuro migliore in città o perché ha ceduto il campo (diventato di proprietà di una multinazionale che lo ha acquistato per pochi soldi), ma ha così perso il contatto con la sua comunità d’origine e deve vivere di espedienti.
Guidati dalle suore, abbiamo visto messo in pratica lo “stare” con loro, dalla loro parte, semplicemente, seguendo il Cristo del Vangelo. Queste suore, a volte con obiettivi molto semplici come insegnare a vivere con pulizia e ordine, fanno come Maria e Giuseppe e si prendono cura che Gesù, presente in questi poveri, cresca in sapienza, età e grazia – come ha osservato Alberto, uno dei nostri viaggiatori».
Facciamo nostra questa bella testimonianza di Anna Chiara che, ancora una volta, ci porta alle radici di tante situazioni di povertà generate dall’arroganza del potere e dall’avidità del denaro. Ci soccorrono e ci danno conforto, in tal senso, le parole di papa Francesco che, nel Messaggio per la prossima Giornata Mondiale dei Poveri (17 novembre 2024), tra l’altro, ci dice “Dio conosce le sofferenze dei suoi figli, perché è un Padre attento e premuroso verso tutti. Come Padre, si prende cura di quelli che ne hanno più bisogno: i poveri, gli emarginati, i sofferenti, i dimenticati… Ma nessuno è escluso dal suo cuore, dal momento che davanti a Lui, tutti siamo poveri e bisognosi. Tutti siamo mendicanti, perché senza Dio saremmo nulla…La mentalità mondana chiede di diventare qualcuno, di farsi un nome a dispetto di tutto e di tutti, infrangendo regole sociali pur di giungere a conquistare la ricchezza. Che triste illusione! La felicità non si acquista calpestando il diritto e la dignità degli altri… In questo anno dedicato alla preghiera, abbiamo bisogno di fare nostra la preghiera dei poveri e pregare insieme a loro”.