Dicembre 2020 da Mbuji-Mayi (R. D. Congo)

Nei dintorni di Mbuji-Mayi aiutiamo don Alfonso con una forma particolare di adozione-borsa di studio: la mensa gratuita per gli studenti, che aiuta ad aumentare il numero di bambini che frequentano regolarmente le lezioni per usufruire di questo servizio. Anche lì l’anno appena trascorso è stato particolare…

Vi saluto dal profondo del cuore e vi mando i saluti di tutti i beneficiari diretti e indiretti della vostra generosità.
Quest’anno scolastico (2019-2020) sarà ricordato come un anno unico nel suo genere a causa della pandemia di covid-19 che ha bloccato tutto. E la Repubblica Democratica del Congo, il mio Paese, non è stata risparmiata.

Dal 10 marzo, le scuole sono state chiuse e il nuovo anno (2020-2021) ha aperto le porte il 5 ottobre. La mensa scolastica ha potuto funzionare solo da settembre 2019 a marzo 2020, così sul nostro conto si trovava una bella sommetta, purtroppo risparmiata…

All’inizio di giugno avevo scritto chiedendo al Presidente l’autorizzazione di utilizzare questi soldi per finire la costruzione di una nuova scuola rimasta incompiuta, in modo da consentire ai bambini di studiare bene sin dall’inizio di questo anno scolastico (2020-2021). In effetti, avevamo lottato localmente per finire soltanto tre aule e l’ufficio del direttore. La scuola è ora in funzione.
Un secondo motivo per l’utilizzo di questi fondi era di educare i bambini su come combattere il covid-19. Per questo, abbiamo acquistato mascherine, saponi, asciugamani…

Il progetto di trazione bovina funziona bene. Aiuta gli insegnanti a coltivare meglio i loro campi, senza coinvolgere gli studenti. Prima la produzione non era significativa, copriva a malapena le necessità dei professori (che non possono contare su uno stipendio regolare). Con una parte dei proventi tenteremo di acquistare un quinto animale in vendita nella regione. A breve vi invierò più informazioni su questo progetto.

A coloro che hanno perso i loro cari durante questo periodo di pandemia, porgo le mie più tristi condoglianze e garantisco a ciascuno di voi le nostre ferventi preghiere ogni volta che saremmo ai piedi del nostro Divino Maestro.
Voglio ringraziarvi e ringraziare tutti i nostri benefattori per tutto ciò che hanno fatto, che stanno facendo e che potranno ancora fare per noi. Auguri di buon Natale a voi e a ciascuno dei nostri benefattori. Le nostre preghiere vi sostengono. Con la speranza di rivedervi di nuovo a Mbuji-Mayi un giorno,

don Alphonse Nkongolo

Novembre 2020 da Lagarto (Brasile)

In primo luogo voglio ringraziavi per il gran bene che voi fate per la nostra missione in Brasile, soprattutto per i bambini e gli adolescenti che assistiamo. Quando abbiamo ricevuto la vostra donazione annuale, a novembre 2019, abbiamo avuto il tempo di fare ancora alcune attività: abbiamo svolto un po’ di manutenzione delle aree coperte della scuola, abbiamo fatto alcuni murales sulle pareti, nelle aule, nella cucina e nel refettorio. All’inizio di febbraio abbiamo comprato dei libri e alcuni materiali didattici che ancora mancavano, in modo da prepararci al nuovo anno scolastico (in Brasile le vacanze estive vanno da gennaio fino a circa metà di febbraio).

Il 10 febbraio abbiamo ripreso la scuola, per circa un mese… In questo mese abbiamo sostenuto le spese per il cibo di 300 bambini nella scuola di Lagarto: pranzo e merenda ogni giorno. Il 17 di marzo, per la pandemia del corona virus, siamo state obbligate a chiudere la scuola; da quel momento fino a oggi abbiamo preparato ceste con generi alimentari per distribuirle alle famiglie degli alunni perché la fame le ha colpite duramente; la maggioranza dei genitori, quando i bambini li hanno, sono venditori ambulanti o lavoratori giornalieri… per cui la loro sopravvivenza è stata messa a grave rischio.

La pandemia, oltre la sua propria gravità, ha portato anche l’aumento della violenza nelle famiglie, degli abusi sui minori e problemi di depressione e casi di suicidio. Noi prestiamo continuamente attenzione a questi problemi, soprattutto per le situazioni particolari, cerchiamo di fare tutto quello che è nelle nostre possibilità. Grazie a Dio, siamo ancora un riferimento di fiducia e soccorso per il bairro (quartiere) e anche per la città, per la popolazione più debole.

All’inizio di febbraio avevamo avviato un corso di taglio e cucito per un gruppo di 20 donne; era cominciato bene, ma purtroppo è stato interrotto per la pandemia. Erano in programma anche altri corsi per gli adolescenti (Coro, Ballo e Informatica), ma non abbiamo avuto il tempo…

Come sapete, abbiamo usato un vostro contributo straordinario per mettere a posto la “Sala Multi Uso” che abbiamo chiamato “Auditório Irmã Flaminia Ubertini”. Dal 2015 era chiusa e voi avete donato questo preziosissimo apporto per il restauro; per questo saremo eternamente grate a tutti voi e alla nostra carissima suor Rosanna Rosi (in memoria). Le foto e il rendiconto le abbiamo inviate a giugno e potete vedere come è diventato bello questo auditorium.

Voglio dire comunque che lungo gli anni alcuni benefattori locali stanno avvicinandoci e pian piano ci aiutano per il cibo e altro, soprattutto in alcune occasioni speciali durante l’anno. Questo ci consente di servire più persone. Grazie a voi, fratelli e sorelle, per la vostra missione con noi, per tanti bambini, adolescenti, giovani, mamme e famiglie, da tanto tempo. Non sapremmo dire cosa sarebbe senza il vostro aiuto. Ma Dio sa tutto e per tutto siamo grate a “quel Dio che è sommamente Buono”.

In fede e gratitudine,
suor Maria Rita Gonçalves Pereira
Superiora Provinciale

Ottobre 2020 da Ebolowa (Camerun)

Dopo un lungo silenzio ringraziamo il Signore che ci permette di risentirci. Motivi di salute, spostamenti e preoccupazioni varie mi hanno impedito di far sentire la mia presenza: lontana fisicamente ma vicina spiritualmente.

Grazie al supporto del Gruppo India abbiamo sostenuto l’attività dei professori e il lavoro campestre con le alunne e alcuni volontari durante il periodo di chiusura a causa del covid-19 dal mese di marzo a fine settembre. Ora abbiamo ripreso le attività scolastiche e pastorali, con tutte le riserve e attenzioni previste per il covid-19.

Come potete constatare dalle foto la suora direttrice del collegio è sempre in prima linea nei lavori dei campi e nell’impresa di favorire quanto prima l’estensione nel nostro Istituto Tecnico con la sezione anglofona. Questa è una urgenza dovuta alla situazione politica nel nostro paese bilingue: la zona anglofona per due anni ha bloccato l’insegnamento per tutte le fasce d’età con minacce terribili per chi usciva di casa e coprifuoco continuo, clima che ancora oggi persiste anche se in forma meno continua e aggressiva.

Molte famiglie sono riuscite a rifugiarsi in zone più calme come il centro-sud del Camerun, zona francofona. Ecco la causa della nostra preoccupazione: vorremmo poter accogliere queste giovani frustrate per le scomparse e le morte atroci delle compagne sorprese nei licei o di persone care nascoste nei villaggi. Ragazze che hanno vissuto momenti dolorosi e rischiano ancora di essere coinvolte nelle guerre civili. Non possiamo fare progetti ambiziosi, stiamo raccogliendo del materiale per cominciare a costruire qualche aula (magari in legno) e per l’anno prossimo aprire la sezione anglofona.

Questa mia lettera vuol essere solo un saluto augurale per le riprese delle attività ufficiali per noi tutti, nonostante le attenzioni dovute al rispetto reciproco per la crisi sanitaria che ci minaccia.

II vuoto creatosi per la partenza della carissima suor Rosanna sia colmato di tante grazie e benedizioni per quanti operano in questo Gruppo a beneficio della Chiesa Missionaria. Tutto il personale della Missione Venerini ringrazia e con sincero affetto implora grazie e benedizioni per tutti voi e le vostre famiglie

Suor Maria Testa

 

Agosto 2020 da Langmili (Assam, India)

A causa della serrata tutti gli ambulatori medici del Karba Long (uno dei distretti dell’Assam) sono chiusi, è rimasto aperto solo il dispensario di Langmili, gestito dalle Suore Venerini e aiutato anche dal Gruppo India. La sorella responsabile del dispensario è impegnata tutto il giorno e talvolta anche di notte. Ecco cosa ci scrive…

Vengono in tanti al dispensario, anche da luoghi molto lontani, con malaria, febbre virale, raffreddore e tosse, tagli e contusioni, vengono anche donne incinte per i controlli… Non essendoci altre strutture mediche, dipendono esclusivamente dal nostro dispensario per le loro necessità di cure mediche. In questi giorni non possiamo usare la nostra ambulanza a causa del completo blocco nell’area e così i pazienti gravi sono portati al dispensario in barelle di fortuna. Quando arrivano i casi più gravi le suore chiamano il medico che lavora con noi e lui assiste i pazienti e li cura.

Nella zona ci sono molte piante di bambù e durante il periodo di taglio e pulizia, molto spesso le persone si feriscono gravemente e si precipitano al dispensario, a volte con forti emorragie. In questi casi il servizio medico è assolutamente necessario e dato che il dottore non vive molto lontano dal dispensario, lo chiamiamo al telefono e interviene subito. Per incidenti di questo genere, il medico è di grande aiuto per i pazienti oltre che per la suora incaricata del dispensario. Cure così tempestive salvano molte vite e consentono un ritorno alla vita.

Pertanto questo dispensario è di grande aiuto alle persone di questa zona: sono molto grate ai loro benefattori, che si preoccupano per loro e inviano loro un aiuto fondamentale. Tutti vi ringraziano sinceramente per il vostro amore, cura e preoccupazione nei loro confronti. Con tutti i problemi finanziari presenti in tutto il mondo, anche in questi giorni siete ancora generosi con i vostri contributi per aiutare queste persone di un’area remota nel loro benessere! Sono estremamente grati ed esprimono la loro gratitudine al Gruppo India e ai donatori. Ricordano ciascuno dei loro benefattori nelle loro preghiere quotidiane e chiedono all’Onnipotente Dio di benedire ognuno di voi che si prende cura di loro attraverso il vostro sostegno.

Suor Giovanna
(Maestre Pie Venerini)

Luglio 2020 – La scuola al tempo del coronavirus

Un po’ ovunque nel mondo le scuole sono chiuse a causa della pandemia… Cosa stanno facendo allora i tanti bambini e ragazzi che seguiamo nei loro studi dall’asilo all’università, sparsi nei vari continenti? Ognuno ha cercato di dare la migliore risposta possibile, adattandosi alle diverse situazioni. Ecco un breve e incompleto giro del mondo per aggiornarvi, frutto delle ultime notizie ricevute…

A Soddo (Etiopia) abba Marcello ha dovuto chiudere la “Città dei ragazzi sorridenti” che accoglie ragazzi di strada. Per ogni ragazzo era comunque iniziato un progetto di reinserimento nella famiglia naturale o presso qualche parente e così ora ognuno è rientrato in casa. Abba Marcello e i suoi collaboratori fanno loro visita regolarmente, portando un sussidio economico a chi li ospita e spingendo i ragazzi a fare i compiti assegnati dai professori in modo da non restare troppo indietro.

Questo tipo di “didattica a distanza” è seguito anche dalle suore Maestre Pie Venerini in India che hanno dovuto chiudere scuole e ostelli a Vijayarai (Andhra Pradesh) e Langmili (Assam). Qui i bambini sotto i 10 anni hanno il divieto di uscire di casa e sono le suore che quando possono vanno da loro: portano cibo, libri e quaderni e organizzano lezioni speciali per ognuno dei loro alunni.

Anche tutti gli ospiti più giovani delle “Case della luce” sono rientrati in famiglia, mentre gli universitari sono rimasti: le suore hanno fatto il possibile per mettere a loro disposizione computer o cellulari che gli consentano di seguire le lezioni on line.

Lezioni on line anche per alcuni degli universitari in Nigeria, mentre altri hanno dovuto provvisoriamente sospendere gli studi perché i loro istituti non sono in grado di fornire questo servizio.

La chiusura della scuola è arrivata anche in Kenya, per i bambini pastori di Mararal. L’anno scolastico iniziato a luglio scorso era stato comunque difficile da portare avanti perché a inizio anno si erano svolte le cerimonie di “cambio generazionale”, che avvengono ogni 15 anni. In questa occasione molti ragazzi diventano guerrieri, si sposano e abbandonano la scuola; anche le ragazze date in moglie sono costrette a lasciare gli studi. È stato un peccato perché il progetto dava buoni frutti: Taliban, un bambino pastore che ogni giorno camminava circa 3 chilometri da casa sua per frequentare le lezioni serali, quest’anno ha iniziato a frequentare la scuola pubblica ed è stato ammesso al terzo anno della primaria. È stata una grande soddisfazione per il nostro progetto, il cui scopo finale è quello di convincere bambini e genitori dell’importanza dell’istruzione. Ma a marzo sono iniziate le restrizioni, fino alla chiusura di tutte le scuole per l’intero 2020. Per i piccoli Samburo della scuola serale questo comportava anche la perdita della cena loro offerta quotidianamente… Ma padre Jimmy sta utilizzando il nostro contributo per dare comunque un pasto a questi bambini; si fa aiutare anche dalla loro maestra, che ora si guadagna lo stipendio dando una mano alla cuoca (ovviamente non si escludono dal gruppo i pochi che frequentavano la scuola pubblica né quelli che ancora non avevano avuto il coraggio di entrare nella serale).

In Vietnam le scuole sono state chiuse per quasi 4 mesi ed hanno riaperto poco prima della fine dell’anno scolastico (il 22 luglio). I bambini che seguiamo nella provincia di Vinh Long vivono in vari villaggi e frequentano una quindicina di scuole diverse, dalle elementari alle superiori. Nel periodo di chiusura alcuni istituti hanno organizzato lezioni on line, ma molti dei nostri ragazzi non le hanno potute seguire per mancanza di connessione internet e quindi si sono trovati in difficoltà alla ripresa delle lezioni. Questo ha causato un abbassamento generale dei voti, anche se solo uno dei circa 200 ragazzi è stato bocciato; purtroppo altri 8 hanno abbandonato il percorso scolastico per aiutare i genitori divenuti ancor più poveri per la serrata.

Anche la scuola agricola di Jaboticaba (Brasile) è chiusa da molti mesi: gli studenti si sono organizzati in turni per garantire il disbrigo di attività essenziali per la cura degli animali e di alcune coltivazioni, aiutati anche dai professori e dal resto del personale. Tutti gli altri cercano di seguire come possono il programma di studi da casa propria grazie a un supporto a distanza tramite cellulare. I piani attuali prevedono una riapertura a settembre…

Insomma, noi del Gruppo India stiamo facendo il massimo per sostenere tutti gli impegni presi e tutti i nostri amici nel mondo si stanno ingegnando per cercare di trarre il massimo beneficio possibile per i bambini e ragazzi anche in questa triste situazione. Grazie di cuore a tutti: a chi continua a donare e a chi si impegna per superare questo brutto momento col minor danno possibile.

Giugno 2020 da Punavasal (Tamil Nadu, India)

Gratitudine non è una parola sufficiente per esprimere i nostri sentimenti al Gruppo India, per il grande aiuto e l’immensa collaborazione che riceviamo da voi per portare avanti i nostri ministeri, qui in questo villaggio di Punavasal.

Il nostro dispensario è aperto tutti i giorni, mattina e pomeriggio, ma apriamo anche a chi si presenta di notte. Il numero di pazienti varia da un giorno all’altro e soprattutto stagionalmente, ma la media è di 30 – 40 persone al giorno. Tutti loro hanno grande fiducia nei trattamenti offerti dalle suore, ma quando si presenta un caso grave, consigliamo loro di andare in ospedale. Chi viene al nostro dispensario si aspetta di essere curato gratuitamente ma questo non è possibile e quindi chiediamo a tutti di contribuire pagando almeno in parte le medicine, secondo le proprie possibilità (e ci dispiace dirlo ma in questo i non cattolici sono molto più disponibili…). Solo quando vediamo casi di estrema povertà, regaliamo i farmaci (acquistiamo i medicinali da centri di vendita all’ingrosso per avere un prezzo ridotto).

L’ultimo anno accademico era iniziato il 10 giugno 2019, ora ovviamente è tutto fermo. Abbiamo 44 bambini nelle classi dell’asilo, tutti del nostro villaggio, sia cattolici che indù; inoltre abbiamo dei centri di doposcuola per aiutare i bambini più grandi che vanno alla scuola pubblica. I genitori sono felici di portare i loro figli nel nostro asilo. Dicono: “Non siamo istruiti, ma ci piace dare una buona educazione ai nostri figli. Almeno avranno un buon futuro”. Insegniamo inglese, tamil (loro lingua madre) e un po’ di conteggio, oltre a tante filastrocche, canti d’azione, giochi, ecc. Non possiamo mai contare sul pagamento di tutte le quote per la gestione dell’asilo, soprattutto per il pagamento delle maestre. È in questa situazione che ci affidiamo all’aiuto del Gruppo India per coprire tutte le spese. Siamo ben consapevoli che solo l’istruzione può portare progresso nella situazione familiare e sociale. Speriamo che con le attività di educazione di base e di sensibilizzazione sociale e con tutti gli altri servizi che svolgiamo qui si ottengano risultati positivi.

Ci sono già molti miglioramenti: le anziane del villaggio dicono che sono state le suore Canossiane insieme ai sacerdoti della parrocchia a portare loro la libertà, perché erano come schiave dei padroni di casa in questo villaggio. Ora, pur essendo ancora povere, sono libere.

Cari amici, è solo grazie alla vostra collaborazione che siamo in grado di svolgere tutti questi servizi per la nostra gente. Siamo davvero orgogliose di voi e raccontiamo ai bambini e ai loro genitori di un gruppo di persone in Italia, che lavorano dietro le quinte per farli studiare e migliorare il loro tenore di vita. È la carità cristiana di base vissuta dal nostro popolo italiano, che a loro volta questi ragazzi dovranno praticare, quando saranno in grado di stare in piedi. Intanto offrono preghiere speciali per voi.

Suor Pauline
(Canossiana)

Maggio 2020 da Koumra (Ciad)

Di recente abbiamo iniziato ad aiutare i carcerati di Koumra (in Ciad) che scontano la loro pena in condizioni veramente miserevoli. A conclusione del primo anno di attività abbiamo ricevuto questa lettera.

Cari Benefattori del Gruppo India,
suor Elena Alzati della comunità di Koumra vi aveva chiesto un aiuto per i prigionieri che la nostra comunità va a visitare regolarmente. Lei ora è stata mandata in missione a Goundi e io sono venuta a Koumra, dove ho continuato a fare ciò che già era iniziato con il vostro aiuto. È per questo che desidero mandarvi questo breve scritto: è un segno di riconoscenza per il vostro aiuto che mi ha permesso di dare una testimonianza cristiana ai prigionieri. Questi non sono solo prigionieri, ma anche malati e affamati (Matteo 25).

La prima volta che sono andata a visitare questi fratelli è stato per me molto penoso vederli. Soffrono di malnutrizione, d’anemia, di scabbia e di tante altre infezioni. Appena ricevuto il denaro ho prima di tutto comprato dei medicinali, ma solo i medicinali non bastano, bisogna prevenire la malnutrizione, l’anemia, la scabbia, ecc. Per la prevenzione abbiamo loro proposto di fare l’orto, procurando noi il materiale necessario: innaffiatoi, zappe e anche sementi. I legumi permetteranno di migliorare la loro nutrizione e nello stesso tempo è un modo per tenerli occupati (allo stesso scopo abbiamo avviato delle attività produttive: confezione di borse, ventagli…). Abbiamo anche comprato alcuni cartoni di sapone e detergenti per l’igiene personale e dell’ambiente, necessaria per combattere le dermatosi.

Questi prigionieri sono 254. Tra loro ci sono 5 minorenni e 12 donne. La loro età media è di 32 anni. Ci poniamo la domanda: cosa fare con questa gioventù per poterla recuperare? Una scuola tecnica o l’agricoltura e l’allevamento come la scuola agricola di Maimba, a Goundi? Un qualcosa che potrebbe accogliere diverse categorie di persone e ridurre così l’entrata di massa dei giovani in prigione.

Grazie davvero di cuore per il vostro importante aiuto, grazie per tutto quello che ci avete permesso di fare per alleviare la sofferenza di questi nostri fratelli. Con tanta gratitudine osiamo sperare che voi vorrete e potrete continuare ad aiutarci in questa missione al servizio dei più poveri dei poveri.

Molto coraggio e unione di preghiera. Che il Signore ci protegga dal coronavirus.
I nostri cordiali saluti a voi tutti e che Dio continui a benedire i vostri gesti di generosità.

Sœur Neloumta Kesse Thérèse
(Suore della Carità S. Antida)

Aprile 2020 da Dodda (Karnataka, India)

La popolazione rurale di questa località (il nome completo è Doddasagarahalli) dipende principalmente dall’agricoltura, ma la mancanza di pioggia sufficiente alternata ad alluvioni hanno causato molte perdite ai piccoli contadini di questa zona. Tuttavia essi coltivano la loro terra con fedeltà e perseveranza e aspettano i suoi prodotti. Le suore Canossiane offrono vari servizi di assistenza sociale, affiancate da personale specializzato.

Dispensario

Abbiamo un piccolo dispensario e una sorella infermiera è sempre disponibile a servire i malati. Persone con malattie minori e bisogni urgenti si rivolgono a noi; viene loro fornita un’assistenza immediata, eventualmente indirizzandole ai maggiori ospedali della città di Bangalore. Quando necessario li accompagniamo e li aiutiamo a continuare il trattamento, come abbiamo fatto per Sahayamary, portata all’ospedale di Santa Marta a Bangalore perché soffre molto a causa di una ferita infetta alla gamba. È stato suggerito un intervento chirurgico, ma non è ancora stato fatto a causa di varie difficoltà. Così Sahayamary è tornata a casa e noi la visitiamo regolarmente, controllando la medicazione e il bendaggio.

Chiunque sia malato e anziano e soffra in casa, può contare sulle nostre visite fino a quando è necessario. Ringraziamo Dio di aver potuto dare la massima assistenza a Susila, una paziente affetta da tubercolosi, nei suoi ultimi giorni. Allo stesso modo Rajesh, un paziente ventiseienne con un rene, e la sua madre vedova e sofferente del villaggio di Singawara, sono stati visitati e confortati ogni giorno. Dio ha portato Susila e Rajesh nella sua dimora dove non soffrono più.

Alcune persone del luogo, particolarmente anziane e malate, vengono nel nostro centro per controllare la pressione sanguigna e la glicemia. Il nostro dispensario è un luogo di conforto. Le persone sono benvenute per condividere i dolori e le sofferenze  e ricevono sollievo e conforto. Nell’anno 2019 siamo state in grado di assistere 250 pazienti. Le persone che sono in cura a lungo termine e che hanno bisogno di fare regolarmente alcune iniezioni sono assistite seguendo le prescrizioni mediche.

Dipendenza dall’alcolismo

La consulenza e il trattamento dei pazienti alcolizzati sono costanti. Ogni sabato è messo a loro disposizione un servizio adeguato. Molti di coloro che guariscono motivano altri nella loro cerchia di amici o colleghi e li portano per il trattamento. L’assistenza è allargata a tutta la famiglia perché qui a causa dell’alcolismo emergono diversi altri problemi come litigi, depressione, crisi economica, dubbi reciproci e altri problemi psicologici, per cui la consulenza familiare è fondamentale. Possiamo tranquillamente dire che il 95% degli alcolizzati guarisce. Alcuni hanno una ricaduta, ma spesso hanno il coraggio e la fiducia di tornare al nostro centro con cuore pentito per ricominciare con nuova determinazione. Nell’anno 2019 sono stati curati 454 pazienti.

Gruppi femminili (Sangha)

Gruppi di auto-aiuto per le donne sono formati in molte località indiane, per dare loro la possibilità di uscire dall’emarginazione sociale e strumenti per ottenere l’indipendenza o collaborare all’economia domestica. Di solito le donne si impegnano a versare nella cassa comune piccoli risparmi, sapendo che potranno prelevare quanto possa servire per avviare varie attività. Si tratta di una forma di micro-credito che ha bisogno solo di un sostegno formativo e una guida iniziale.

In vista dell’autosufficienza e del rafforzamento delle risorse delle donne, attualmente abbiamo 24 gruppi che operano in diversi villaggi. Suore e assistenti sociali visitano i gruppi e ne controllano il funzionamento. Ogni gruppo ha la propria segretaria, la presidente e la tesoriera. Conducono incontri regolari (settimanali o mensili), depositano i loro risparmi e discutono di varie questioni, quando necessario. Ogni gruppo ha preparato uno statuto, le regole per i depositi, i prelievi e le procedure per l’erogazione di prestiti. Molti dei gruppi sono andati costantemente crescendo e progredendo nella loro autosufficienza. Alcuni gruppi sono anche in grado di prendere prestiti bancari quando lo si ritiene necessario, attenendosi alle regole e ai regolamenti della banca.

Il 2 ottobre 2019 abbiamo organizzato a Snehanilaya un raduno per i vari gruppi femminili, con tre donne partecipanti per ogni gruppo. Dopo un breve orientamento le abbiamo invitate a presentarsi. Tutte hanno parlato senza alcuna esitazione. Poi abbiamo dato loro la possibilità di condividere le esperienze del loro gruppo e di come esso ha permesso di crescere. Con chiarezza hanno spiegato il funzionamento del loro gruppo e hanno condiviso felicemente i loro successi. È emerso che gli aspetti più apprezzati in questi gruppi sono il forte legame che si crea tra le donne e il sostegno reciproco, la sicurezza finanziaria, la coscienza della responsabilità sociale, la libertà nella condivisione di gioie e dolori, il senso di appartenenza e la gioia di riunirsi regolarmente. Anche se l’idea di base (la promozione a tutto tondo delle donne) è sempre la stessa, il funzionamento di ogni gruppo è creativo, unico e stimolante. Questo incontro le ha illuminate e motivate reciprocamente per un migliore funzionamento.

Doposcuola

I bambini di tre villaggi (Doddasagarahalli, Singawara e Mudighanahalli) vengono regolarmente nel nostro centro dal lunedì al sabato per il doposcuola. Le lezioni iniziano alle 18.00 e terminano alle 19.30, dal 1° giugno al 31 marzo che è il nostro anno accademico. Quest’anno ci sono stati 48 bambini, appartenenti a tutte e tre le maggiori religioni. Da gennaio in poi alcune scuole hanno iniziato una formazione speciale per i bambini delle classi superiori e quindi sono diminuite le frequenze nel centro durante gli ultimi mesi dell’anno scolastico. Questi bambini provengono da famiglie povere i cui genitori non sono in grado di sostenerli dal punto di vista accademico perché sono contadini analfabeti. I bambini sono stati divisi in quattro gruppi per migliorare la loro capacità di organizzare e partecipare in modo creativo all’intero programma.

Quest’anno, il sabato abbiamo organizzato per loro diverse attività. Hanno avuto l’opportunità di aumentare le loro conoscenze generali con gare a quiz, discussioni su vari argomenti, presentazioni di argomenti su temi sociali… Sono state date loro nozioni di salute e igiene, commentati eventi attuali e condivise storie di successo. Ci sono anche stati festeggiamenti in occasioni particolari: Giorno dell’Indipendenza, Giornata degli insegnanti, Giornata dei bambini, Natale e una gita istruttiva a Bangalore.

Poiché il doposcuola è attivo ormai da anni, abbiamo lanciato una nuova iniziativa per formare un’associazione di ex studenti in vista di una futura collaborazione nella nostra missione. Abbiamo avuto un incontro con molti di loro e 25 hanno accettato di aderire, riconoscendo come i corsi di doposcuola e la formazione ricevuta in questo centro gli hanno permesso di essere persone di successo e impegnate nella loro attuale carriera e vita; ora vogliono restituire in qualche modo quando hanno ricevuto. Così hanno deciso di riunirsi per preparare un piano d’azione per condurre dei campi estivi e altri programmi di orientamento. Purtroppo tutto si è bloccato a causa dell’attuale crisi del coronavirus, ma contiamo di proseguire questo programma man mano che si torna alla situazione normale.

Esprimiamo la nostra gratitudine a tutto lo staff e a tutti i donatori del Gruppo India e assicuriamo il nostro sostegno di preghiera.
Ringraziandovi e invocando su di voi le benedizioni di Dio.

Sinceramente vostra
Sr.Dafini Anto
(Suore Canossiane FdCC)

Marzo 2020 da Rajaf (Sud Sudan)

Cari membri del Gruppo India,
la nostra missione a Rajaf si sta ampliando sempre di più. La conoscenza dei dintorni di questa regione alle porte della capitale Juba rivela la situazione precaria di una popolazione composta principalmente da famiglie di sfollati o rifugiati. Fuggendo dalle zone di conflitto, senza un lavoro e senza entrate, hanno trovato a Rajaf, nei terreni della chiesa o altrove, uno spazio per costruire le loro capanne. Il nostro aiuto è stato destinato ad alcune famiglie di sfollati per consentire loro di procurarsi i mattoni e la paglia necessari per la costruzione della loro casa. È stato destinato anche a malati, anziani e persone sole, famiglie numerose con bambini, neonati e bambini in età scolare…

Con il vostro sostegno e assistenza finanziaria, cari benefattori del Gruppo India, abbiamo riacceso la speranza di questo popolo martoriato da anni di guerra. A nome di tutte queste persone che vivono a Rajaf o rifugiati, vi dico un grande grazie. Vorrei farvi conoscere le nostre attività…

Scuola parrocchiale “Tutti i Santi”: l’ufficio scolastico dell’Arcivescovado di Juba ci affida l’amministrazione della scuola di Rajaf. Le sfide sono immense, sia a livello finanziario che in termini di formazione degli insegnanti, per non parlare della manutenzione degli edifici e dei tavoli. Gli uccelli hanno fatto i loro nidi sul tetto e le classi odorano di pollaio. Non esistono cattedre con un cassetto per gli insegnanti. I libri ammucchiati nell’ufficio del direttore sono stati rosicchiati dai topi. C’è così tanto da fare, organizzare, formare, motivare e stimolare… l’avventura dell’educazione è bella nonostante tutti i rischi. Due delle nostre suore si impegnano con grande coraggio, contando sul vostro sostegno.
La vostra generosità, cari membri del Gruppo India, non ci delude. Sì, collaboreremo insieme per incarnare la carità fraterna in questa terra. Non si tratta di rifiutare un bambino che non può pagare la sua iscrizione, al contrario, lavoreremo per motivarli a venire a scuola e sottrarli ai rischi della strada.

C’è poi “Our home”, un centro di accoglienza per ragazze orfane. Dal 2017 il centro ha accolto bambine e ragazze tra i 4 e i 15 anni, rimaste orfane del padre o della madre e spesso di entrambi. Il numero sta crescendo: quest’anno , arriviamo a trenta. Sono ospitate, nutrite, ripulite, curate, iscritte alla scuola parrocchiale…

Per i più piccoli nel 2014, è stata aperta una classe di scuola materna che raccoglieva i bambini che vagabondano davanti alla chiesa, con naso che cola e piedi nudi. E da allora, una classe e poi una terza sono state costruite in risposta alla richiesta dei genitori che hanno percepito l’evoluzione dei loro piccoli. Nel 2020, le nostre lezioni accolgono più di 120 bambini, dai 4 ai 6 anni. Ogni mattina arrivano con le loro uniformi, calzati e ben pettinati. Sono orgogliosi di imparare a cantare, scrivere e contare in inglese. La musica li accoglie al mattino e all’ombra degli alberi continuano a giocare nella sabbia.

E ora vi racconto una delle visite che facciamo nel quartiere

Sono le cinque del pomeriggio. Dopo un improvviso temporale, il sole appare di nuovo più caldo del solito. Ci muoviamo nel quartiere. La demolizione di alcune capanne ci sorprende. Scopriamo che i residenti sono stati costretti a lasciare il posto che occupavano senza permesso. Sfortunatamente, notiamo nuove famiglie che arrivano dal nulla.
Isabella cucina all’aperto, ma cosa farà durante la stagione delle piogge?
Francesca è un’anziana sola, chi l’aiuterà ad avere un tetto sopra la testa?

Incontriamo Esther, una ragazza di circa 12 anni, con gli occhi tristi. Alla nostra domanda: “Sei andata a iscriverti a scuola?” Lei risponde, abbassando la testa, “No perché non abbiamo soldi”. Ci accompagna a casa, un tugurio appena fatto con mattoni crudi. Prende due sedie dai vicini per invitarci a sedere. I fasci di erba secca sono ammucchiati in attesa di completare il tetto. La madre è vedova e deve nutrire una famiglia di cinque ragazze e un ragazzo. Com’è difficile incrociare lo sguardo fugace della giovane Esther che non osa chiedere a sua madre i soldi che non ha. Ma Esther andrà a scuola grazie alla generosità solidale di coloro che sostengono la missione delle Suore della Carità a Rajaf.

Sulla nostra strada, una truppa di bambini ci segue. Le loro piccole voci ci incantano. Abiti sporchi e piedi nudi, ci ripetono: sorelle, sorelle… ritroveremo la maggior parte di loro all’asilo.

Ci inchiniamo per entrare in una capanna. È buio. Un vecchio è disteso su un letto dov’è costretto dalla malattia. Sembra che ci dica questo proverbio africano nel suo dialetto: “È difficile essere poveri, è ancora più difficile essere soli”.

Il bagno di Rajaf è all’aperto, sotto il sole cocente. Con un po’ d’acqua in un secchio, una madre lava il suo bambino di tre anni. La nostra visita sorprende questo momento di intimità.

Un’altra signora ci saluta da lontano. Ci avviciniamo, è emiplegica. Voleva così tanto andare alla messa, ma la sedia a rotelle è rotta. Impossibile muoversi. Nei suoi occhi, penso di percepire questo proverbio africano: “La vita è disseminata di difficoltà che tutti devono imparare a superare”.

È vero che nel Sud Sudan la pace rimane un sogno… non mancano i litigi, le lotte tribali sono quotidiane, le riforme vengono sempre respinte. Ma incontrando i poveri, chiedendo loro della loro vita quotidiana, della loro salute, ci rispondono spontaneamente: “La mia battaglia non va male”. Perché, come dice un altro proverbio africano, “Nella foresta, quando i rami litigano, le radici si abbracciano”.

Suor Jackline
(suore Carità S. Antida)

 

Febbraio 2020 dal  Libano

Vi ringraziamo per la vostra generosa donazione. Ci ha sostenuto nel nostro progetto socio-educativo nel corso del 2019 a favore di tante bambine e ragazze, molte delle quali rifugiate dalla Siria.
Cosa abbiamo vissuto nel 2019: già a febbraio 2019 vi avevamo informato che la situazione politica aveva contribuito al peggioramento della situazione economica del nostro Paese. Ma gradualmente nel corso dell’anno 2019, questa è diventata disastrosa. C’è stato un crollo politico e c’è stato un crollo economico, che continua ancora oggi.
Da un giorno all’altro, il popolo libanese si è svegliato derubato, spogliato delle proprie proprietà e del proprio denaro, da alcuni politici; ora ha difficoltà anche a ritirare i proprio soldi dalla banca. Questo è un disastro. Il giogo della povertà insostenibile (disoccupazione di massa, alto costo della vita, inflazione…) ha portato la maggioranza del popolo libanese, 2 milioni di persone, a manifestare in tutte le regioni nelle strade e nelle piazze dal 17 ottobre a oggi per denunciare la corruzione di alcuni politici che hanno portato a questa situazione ed esigere un governo onesto.
Come conseguenza della situazione economica il nostro istituto soffre per l’impoverimento delle famiglie che hanno perso il lavoro. Ci chiedono aiuto, ma i nostri mezzi sono limitati di fronte a grandi necessità.
I sussidi statali previsti per la scuola elementare semi gratuita non sono più stati versati dal Ministero delle Finanze dal 2015. Questo rende il nostro bilancio in deficit. La vostra donazione ci ha aiutato a coprire in parte il costo per provvedere alle esigenze di base degli alunni: scuola, riscaldamento, attività e altro ancora…

Il nostro obiettivo è quello di far crescere gli studenti che ci sono stati affidati per farli diventare autonomi, in grado di prendersi cura di se stessi. Con l’assistenza fornita dalle suore e dagli insegnanti essi prosperano e superano i loro problemi. Toccati da questo calvario crudele che rende incerto il futuro, ci rivolgiamo a voi, chiedendovi di rinnovare il vostro sostegno.
Che il Signore vi benedica e vi restituisca il centuplo.

Vi prego di accettare i nostri sentimenti fraterni più caldi.

Suor Mona Corbani
(suore Carità S. Antida)

Gennaio 2020 da Allahabad (Uttar Pradesh, India)

Suor Marina svolge la sua missione ad Allahabad dove il Gruppo India invia ogni anno un contributo per la cura e l’assistenza di una colonia di lebbrosi. Ecco cosa ha scritto inviandoci gli auguri per il nuovo anno:

Grazie dell’aiuto dato dal Gruppo India ad Allahabad (Uttar Pradesh, India)! Abbiamo celebrato il Natale con gli abitanti della Colonia Lebbrosi il 22 Dicembre 2019.

Loro sanno che ogni Natale li aspetta una festa e un bel dono. Abbiamo provato a chiedergli se avessero qualche bisogno particolare, ma hanno risposto che sarebbero stati contenti di qualunque cosa, che non sarebbe mai stata meno di quanto potessero immaginare (non hanno pretese, sono sempre contenti e riconoscenti per tutto ciò che ricevono). Infatti lo dice anche il benvenuto scritto per terra: c’erano disegni di fiori, la scritta “Welcome” e strisce bianche ai cigli della strada. Inoltre c’erano tutte le stuoie e i tappeti disponibili per far sedere i diversi gruppi di persone: coro, bambini, adulti, uomini, donne, ecc. Quando tutti erano pronti si incominciò. Le sorelle suore e le laiche canossiane presero posto in mezzo a loro, pregando e cantando inni di Natale per l’occasione. Tutti erano contenti e lo manifestavano.

Quest’anno il dono per Natale era in formato famiglia, a seconda del numero dei componenti. Comprendeva piatti di acciaio, bicchieri e un contenitore per tenere il cibo al riparo dai roditori; inoltre riso, patate, olio, cipolle (che quest’anno costavano come preziosi!). E per i bambini (un centinaio) c’erano pacchetti con giocattoli, dolci, salviette, sapone, pettine…

Il giorno del pasto comunitario è stato domenica 29 dicembre, anche questo ha soddisfatto tutti e si è protratto per tutto il giorno. Forse non c’è bisogno di dirlo, ma è bene e doveroso essere riconoscenti ed è saggio ricordarlo sapendo che tanta carità non si sarebbe potuta fare se non ci fosse stato il Gruppo India con la sua generosità. Hanno tutti pregato con cuore lieto e riconoscente, e con voce gioiosa. Continueranno a farlo finché continuerà il progetto della visita settimanale con distribuzione di medicine ed altri aiuti del Gruppo India.

Noi aiutiamo, spingiamo i bambini e le bambine ad andare a scuola, anche se non sempre sono accettati. Diamo loro anche cure preventive della malattia che ha distrutto la loro vita e continuiamo l’aiuto alle loro famiglie, alla nuova generazione che anche se non ha la malattia soffre ancora per le conseguenze, per lo stigma che impedisce di fare una vita normale con gli altri in società: dovrà passare questa generazione perché qualcosa possa cambiare.

I più cari auguri per il nuovo anno. Che il Signore benedica tutti quanti si danno da fare per sollevare questa povertà e abbandono che fa soffrire e morire.

Speriamo e preghiamo che questo progetto possa continuare per il bene dei più derelitti di questo paese. (Suor Marina Rossignol, canossiana)

Qui puoi trovare un’altra testimonianza da Allahabad (giugno 2019)

Gennaio 2020 da Cluj Napoca (Romania)

A Cluj Napoca (Romania) aiutiamo una casa famiglia che accoglie bambini in situazioni di grave disagio familiare e sociale. Suor Bernardina ci racconta un caso che l’ha colpita profondamente.

Voglio darvi una testimonianza su due bambini che sono arrivati nella nostra Casa in uno stato critico, provenienti da una famiglia monoparentale che viveva in condizioni tremende. Desidero farvi partecipi di queste impressionanti esperienze!

A. è nata nel 2010 e il fratellino M. l’anno successivo, entrambi da una relazione casuale della mamma, non riconosciuti dal padre. Hanno vissuto i loro primi anni con la mamma e con le zie materne, in una comunità rom, alla periferia di un villaggio.

Quando la mamma nel 2014 è stata ricoverata col piccolo M. nell’ospedale delle malattie contagiose, con epatite virale acuta e grave disidratazione, il Servizio sociale per la Protezione del bambino ha preso in carico il caso. Mentre era ricoverata la mamma ha chiesto il permesso di portare anche la bambina (A.) che non era adeguatamente curata dalle zie ed aggredita fisicamente. Qui in ospedale la mamma ha deciso di abbandonare i bambini, per la sua situazione socio-economica precaria e i conflitti famigliari con le sorelle. La mamma non ha accettato nessuna delle alternative per tenere i bambini con sé, per cui a maggio 2014 l’autorità competente ha affidato entrambi i bambini alla nostra Casa famiglia.

All’arrivo i bambini erano poveramente vestiti, molto sporchi, con parassiti nei capelli, molto impauriti, selvaggi, non parlavano tranne che per qualche parola in rom. La mamma ha confermato che i bambini erano stati abusati fisicamente e psichicamente. Specialmente, il piccolo M. aveva tutti i sintomi dell’autismo: non si lasciava toccare o accarezzare, si copriva la faccia con le mani e si nascondeva in un angolo per non essere visto. Comunicava poco e solo con la sorella. Aveva lo sguardo fisso e non lo rivolgeva a nessuno. Ci sono voluti mesi per farlo abituare alla vicinanza delle persone e prendere un minimo di confidenza verso gli adulti della Casa.

M. è stato seguito da vari specialisti che hanno investigato i suoi problemi di sottosviluppo psichico. Poi un lungo periodo di collaborazione con tutto il personale della Casa e della scuola, per un processo di stimolazione positiva in vista del recupero delle sue lacune. La sorella maggiore A. è stata sempre la prima nell’impegnarsi ad aiutarlo. E così abbiamo incominciato a vedere dei buoni risultati per entrambi i bambini.

La loro mamma è stata fra le poche mamme che hanno pensato veramente al bene dei loro bambini ed ha collaborato benissimo per l’adozione, avvenuta nel dicembre 2018, in seno a una stessa famiglia.

Negli ultimi due anni nella nostra Casa, i bambini A. e M. hanno fatto straordinari progressi nel loro sviluppo personale, a tutti livelli: M. ora dimostra un alto quoziente d’intelligenza e tutte le sue capacità, riconosciute anche a scuola, superando tutti i grandi problemi con i quali era arrivato. Anche A. si è distinta nell’impegno scolastico e ha anche un talento speciale per il balletto. Ha fatto anche ginnastica ritmica e ora studia arte e coreografia.

Ringraziamo il Signore e tutti quelli che ci aiutano a vedere realizzati questi miracoli! (Suor Bernardina, Coordinatrice della Casa famiglia per i bambini “Madre di Dio”)

 

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